domenica 16 marzo 2014

Spoleto


Sarebbe normale in una così bella giornata di primavera dirigersi verso il mare, ma dovendo sempre tenere una certa originalità decidiamo con alcuni amici di vistare Spoleto. Una scelta che si rivela ottima: pur essendo già venuti in zona un paio di volte, oggi siamo supportati da una guida del posto che ci permette di vedere ciò che normalmente sfugge al visitatore. Cominciamo col salire su per il colle Sant'Elia molto comodamente: alcune rampe di scale mobili ci portano fin sotto la Rocca Albornoziana, la fortezza che sovrasta la città, principale baluardo del sistema di fortificazioni fatto edificare da papa Innocenzo VI.
Evitiamo l'ulteriore salita alla Rocca, da turista standard e cominciamo la visita... in discesa! Ci dà il benvenuto un'iscrizione, presumibilmente del '600, che invita il "viator" a bere alla fontana prima di proseguire: osserviamo l'invito e dunque proseguiamo verso il Duomo.

Ci sembra superfluo dire quanto sia bello ed elegante il Duomo di Spoleto, quali splendide opere d'arte si possano vedere al suo interno, quale vista prospettica sia apprezzabile dall'alto della scalinata che mena alla piazza antistante: sappi che vale la pena venire qui!

A poca distanza entriamo nel cortile del Palazzo Arcivescovile, dove si affaccia la Basilica di sant'Eufemia, un interessante edificio del XII secolo in stile romanico, dalla semplice e austera facciata decorata da un'unica bifora. 
A piazza Del Mercato ci fermiamo per l'aperitivo al Caffè degli Artisti.
Prendiamo di fianco alla bella fontana che affaccia sulla piazza, per
via del Palazzo dei Duchi, dove sono ancora visibili ed utilizzate le antiche botteghe medioevali, e ci infiliamo nella Taverna dei Duchi: stringozzi alla spoletina, ovviamente! Niente male anche le altre portate, qualche perplessità con il dolce locale, la crescionda.
Passeggiata digestiva: visitiamo l'elegante casa romana del I secolo d.C., forse appartenuta a Flavia Vespasia Polla, madre dell'imperatore Vespasiano, decorata con pavimenti e mosaici ancora intatti.
Passiamo sotto la Torre dell'olio, del XIII secolo, così chiamata perché da essa si gettava olio bollente sui nemici che assediavano la sottostante porta Fuga, appartenente alla prima cinta muraria della città. Sull'edificio spiccano i due quadranti dell'orologio calendario: in quello di destra è visibile anche la fase lunare.

Ci affacciamo nel Teatro romano, utilizzato in epoca medievale come cava di pietre e tutto sommato ancora in buono stato, nonostante le diverse stratificazioni che hanno riguardato l'area, a iniziare dal XII secolo, quando venne costruita su parte della scena la chiesa di Sant'Agata. 
Terminiamo la nostra visita a Spoleto visitando proprio un chiostro, quello addossato all'ex Chiesa di San Nicolò, ora adibita a teatro: vi stanno rappresentando uno spettacolo per bambini, forse inadatto alla nostra età. Preferiamo andare.

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