martedì 27 agosto 2019

Colle Margherita e Falcade


Sempre più difficile! Finora abbiamo percorso le valli, oggi saliamo in quota a 2500 metri. Ovviamente non a piedi, ma con una comoda funivia. Che poi comunque ci sarà da fare una bella camminata.


La partenza non è delle più precise: sbagliamo funivia! A nostra parziale discolpa bisogna dire che qui è pieno di seggiovie, cabinovie, funivie e bidonvie e se non si sta attenti ai nomi... Fortunatamente alla biglietteria ci rendiamo conto che la destinazione è tutt'altra. Dopo un rapido briefing ci rimettiamo in macchina e raggiungiamo il Passo San Pellegrino, da dove ci facciamo portare su al Colle Margherita.
Da qui è tutta un'altra vista! Si può spaziare giù nella piana e sentirsi altissimi. Ma anche perdere lo sguardo lontano e vedere le montagne intorno tanto distanti da scomparire nelle nuvole.
Il gruppo si divide dopo poco: gli "sportivi" scendono a piedi verso il lago di Cavia per proseguire poi fino al lago "dei Zingheri", dove ci riuniremo. I meno atletici fanno un bel percorso ad anello, rimanendo più o meno sempre in quota.

Non che sia tanto meno faticoso: il percorso è molto più breve ma non seguiamo un sentiero e andiamo avanti per un paio d'ore a giocare agli stambecchi.

Il che comporta anche qualche rischio: uno scarpone che scivola sui sassi e...

A proposito di sassi,  qui proprio  non manca dove sedersi per una bella foto ricordo.


Cammina cammina, un laghetto lo troviamo anche noi: un po' piccolo, ma talmente limpido da riflettere il cielo come uno specchio.

Le occasioni per qualche autoscatto sono numerose: qui siamo ad un punto panoramico attrezzato con un moderno dispositivo che permette di individuare facilmente il nome delle montagne che ci circondano.

Basta guardare nel tubo: ad esempio quello lì in fondo è il Monte Civetta. Altro che app sul telefonino!

Ci sono anche delle comode attrezzature per fermarsi a riprendere fiato e mangiare un panino: solo così possiamo ritrovare le energie necessarie per ritornare alla stazione della funivia e ridiscendere a valle. Alla fine il cammino fatto non è poco: nel remoto caso volessi emularci, qui sotto trovi una mappa approssimativa del percorso effettuato.


Riprendiamo l'auto con l'intenzione di raggiungere il punto d'incontro ma non è giornata: lo "lisciamo" e procediamo per svariati chilometri fino a ritrovarci nel bellunese, a Falcade.
Come spesso ci capita l'errore si rivela proficuo: il paese è proprio bello! A cominciare dall'ingresso della chiesa che inquadra i monti della Marmolada, tutto qui parla della Grande Guerra: il fronte passava proprio da queste parti e gli abitanti furono coinvolti direttamente nel conflitto.
Visto che il gruppo degli Atleti ci comunica che ha ancora parecchia strada da fare, ci tratteniamo qui e facciamo la spesa. Ne approfittiamo anche per fare un giro e scattare numerose foto. Molti i vecchi edifici interamente in legno e minuziosamente manutenuti, robusti e rustici, ma nello stesso tempo eterei, quasi inconsistenti. E nessuno ha un aspetto abbandonato: i fiori rivelano una cura continua.




Fra tanto legno spicca incongruo un vecchio palazzetto in pietra: la casa del sindaco? del farmacista? La cosa più strana è la porta d'ingresso, sontuosa ma alta poco più di un metro e ottanta: il proprietario doveva essere benestante ma molto basso di statura...



Ritorniamo al lago degli Zingari e ci rendiamo conto del perché prima lo avevamo superato senza vederlo: al momento non è poi molto grande. Poco più di una grossa pozzanghera. Nei prossimi giorni scopriremo che da queste parti non è l'unico lago a soffrire della scarsità di precipitazioni e dell'innalzamento della temperatura.
Il gruppo dei camminatori si ricongiunge dopo poco. Uno spuntino in riva al laghetto e finalmente si ritorna al campo base: oggi è stata una giornata lunga.



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