domenica 17 aprile 2016

Macchiatonda di Capalbio, Borgo Carige e Manciano


Domenica di lotta e di turismo: prima a votare, poi un tuffo nella Maremma toscana.


Il tuffo vero e proprio nelle acque di Macchiatonda di Capalbio purtroppo non è praticabile, stante le condizioni meteo non proprio favorevoli a queste latitudini. Al sud invece sono talmente impegnati a nuotare da disertare in massa le urne.


Noi siamo costretti a dedicarci alle osservazioni naturalistiche: qui puoi vedere un gasteropode in riproduzione. Dopo una lunga passeggiata sulla spiaggia siamo pronti e predisposti alla mossa seguente: trovare un ristorante interessante.


Dopo aver evitato il pur attraente locale sulla spiaggia, fallito un primo tentativo presso un'interessante osteria campagnola purtroppo inesorabilmente chiusa, scartato un ristorante rivelatosi completamente vuoto e poco accogliente, approdiamo alla trattoria Il Cinghiale, ormai quasi alle porte di Capalbio. Fuori niente di eccezionale, anzi la piazza di Borgo Carige adibita a parcheggio, con la sua chiesa di tufi a vista, il bar e la frutteria, non è particolarmente bella a vedersi. Dentro un locale ben curato, luminoso e gradevole. Menù ricco di proposte locali e di piatti siciliani che ci intrigano e ci attirano: gustiamo con piacere delle tagliatelle al pesto di pistacchi e dei ravioli di patate viola con pecorino e pancetta e poi baccalà fritto e pollo all'arancia (ottimo) e dolci di pasta di mandorle e tozzetti. Buono anche il caffè, ma non il vino: per una bottiglia decente qui bisogna spendere e noi siamo fuori budget.


Saltiamo Capalbio che abbiamo già visitato in passato e puntiamo su Manciano. Il paese ci è noto soprattutto per un saporito pecorino che apprezziamo ben stagionato. Comunque anche qui siamo già stati, ma esclusivamente per attività gastronomiche: oggi contiamo di fare una visita più approfondita.


Il paese è stretto intorno al Cassero, edificio imponente ma di piacevoli proporzioni, alto sulla pianura maremmana a difesa della Valle dell'Albegna. La zona era abitata fin dalla preistoria, come dimostrano i numerosi reperti risalenti all'età del rame e del Bronzo, custoditi nel locale museo. Non ci soffermiamo, accontentandoci di repertare il documento che vedi nell'immagine successiva: con questo riteniamo di avere acquisito dati sufficienti sulla storia di Manciano.
Qui su tira un bel venticello che non invoglia a fermarsi più di tanto a leggere i cartelli informativi sparsi in giro, ma noi seguiamo il profumo del glicine e passiamo di chiesa in chiesa, di vicolo in vicolo, di raggio di sole in raggio di sole.
E' ancora chiaro quando decidiamo di andar via: prossimamente
ci attendono nuovi viaggiucchi.


Nessun commento:

Posta un commento