domenica 10 aprile 2016
Gaeta
Domenica di sole che tale non si annuncia, almeno a Napoli, da dove partiamo nonostante un cielo uggioso percorrendo la costa per raggiungere Gaeta. Qui invece la giornata è bella e calda, non tanto da portarci in spiaggia ma più che sufficiente per un giro nella città vecchia: pur avendo frequentato a lungo la zona, in passato, mai eravamo stati nelle stradine che si intrecciano fra ruderi romani e architetture borboniche. Da queste parti la storia è passata a fiumi, il problema può essere ritrovarne le tracce sotto gli strati di moderni intonaci.
Poi basta girare l'angolo per imbattersi in una targa che ricorda come Gaeta fu l'ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie, capitolato all'assedio delle truppe del generale Cialdini il 13 febbraio 1861. Con la resa di Francesco II di Borbone ebbe inizio lo Stato unitario del Regno d'Italia. Stupisce un po' questa scritta apertamente filoborbonica: evidentemente 'o Rre è rimasto con la sua Regina fra queste mura.
Di fianco ad una caserma ormai in malo arnese, un frequentatissimo bar: a Gaeta sembrano fare spalla a spalla il vecchio e il nuovo, il rudere diroccato e la villa di lusso, l'abitazione caetana con i panni stesi e l'albergo multistellato.
Su in alto sul vasto sperone di roccia si contendono il cielo l'imponente castello e il trecentesco tempio di San Francesco, appesantito nell'ottocento da un monumentale restauro in stile neogotico. In occasione di quella radicale ristrutturazione, inspiegabilmente fu tralasciato il campanile, distrutto dal terremoto del 1764, forse per non sminuire quello del duomo, visibile nella prima foto.
Bar, caffetterie, ristoranti e trattorie sono sparsi dappertutto: alcuni hanno le carte buone per attirare l'attenzione del "viandante" affamato, anche con un umorismo di stampo napoletano... e la scelta sembrerebbe difficile. Ma non sbagliamo andando ad accomodarci da La Locanda, in via Docibile. Un po' nascosta, un po' incongrua con la sua dicitura "cucina tipica e specialità messicane", La Locanda si rivela una buona scelta: antipasto di mare, paccheri con vongole e cozze, calamaro ripieno e dolci della casa, il tutto innaffiato da un piacevole rosé.
Una passeggiata digestiva ci porta su per la collina a scoprire fantastici panorami.
Ridiscendiamo dalla parte opposta, verso la spiaggia di Serapo: rarissimi bagnanti sfidano un mare leggermente agitato e una brezza assolutamente inadatta (per noi) al Primo Approccio dell'anno.
Prima di rimanere bloccati qui dalla contemplazione di tanta bellezza conviene avviarci, ciascuno per la sua strada: c'è chi prosegue verso il nord e chi torna alla sua terra. Alla prossima volta.
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