sabato 30 aprile 2016
Anzio
Anzio non è uno dei nostri "posti": un po' affollato per i nostri gusti, un po' troppo turistico e un po' troppo urbanizzato. Ma questo certo non ci impedisce di accettare l'invito a pranzo del cugino. Una preventiva passeggiata non può che stimolare l'appetito e riconciliarci con il luogo che, pur di sabato, appare tranquillo e godibile, complice un bel cielo e un mare da... tavola.
Come spesso capita, un giro attento e senza fretta permette di apprezzare angoli poco noti, scorci, panorami, pezzi di storia: stavolta troviamo in un angolo alcune lapidi che ricordano lo sbarco del 22 gennaio 1944. Questa cittadina ora placidamente allungata nel mare ha vissuto da molto vicino la tragedia della guerra. Da bravi turisti quali siamo, cancelliamo rapidamente le tristi visioni che ci sono balenate per un attimo e ci infiliamo nella veranda sul mare da Alceste per un pranzo delizioso: il cugino ha scelto proprio bene!
lunedì 25 aprile 2016
Grotte di Frasassi e Gola del Furlo
Ultimo giorno in giro per le Marche: oggi dobbiamo assolutamente vedere le Grotte di Frasassi, che ieri abbiamo mancato. Il tempo è peggiorato ancora: intorno le montagne sono imbiancate e qualche fiocco arriva fino a noi.
Stavolta siamo preparati: i biglietti li abbiamo comprati online e per non sbagliare arriviamo nel piazzale che ancora non c'è quasi nessuno. Oggi non ci fregano!
La visita si rivela emozionante: le grotte sono di una bellezza che toglie il fiato. La vastità del luogo supera ogni immaginazione ed è difficile credere che in realtà siamo dentro una montagna: non ci sono stretti cunicoli claustrofobici ma enormi sale che potrebbero comodamente contenere una cattedrale.
Qualche scatto abusivo, rigorosamente senza flash, giusto perché tu possa farti un'idea di cosa ancora non hai visto.
Dopo visita alla vicina abbazia di San Vittore e all'annesso museo speleo paleontologico e archeologico.
Rimpinzati di tanto fascino, a stento ci trasciniamo da Francesco, un vicino ristorante turistico, con menù rigorosamente turistico, pieno zeppo di turisti, dove si mangia insospettatamente bene, ma a prezzo turistico: 15 euro. Da tornarci.
Obbligatoria la passeggiata nella non distante Gola del Furlo, purtroppo in parte chiusa per frane: fa un gran freddo e a noi basta il ricordo di una precedente visita.
Tutto visto, si torna a casa.
domenica 24 aprile 2016
Genga, Serra San Quirico, Cingoli, Jesi
La giornata non si prospetta bene, meteorologicamente parlando, e questo influenza un po' le scelte e i tempi. E si sa che se si comincia così i risultati poi non sono ottimali: arriviamo decisamente troppo tardi a Frasassi e una fila incredibile ci separa oramai dalla biglietteria. Sembra che da tutta l'Italia la gente si sia data appuntamento proprio qui questa mattina!
Ci spostiamo a Genga, un borgo minuscolo, poco più grande del museo che ospita, tanto che lo giriamo rapidamente: è più il tempo che passiamo in un bar per il caffè, prima di rimetterci in moto.
Come rifiutare l'invito a visitare Serra San Qiuirico? I simpaci serresi (gli abitanti del luogo) ci mostrano la strada a gesti, da cartelli fotografici a grandezza naturale.
E' in corso una manifestazione, la Festa del Calcione. Ovviamente si mangia: i calcioni sono dolci rustici, molto saporiti. Ci fermiamo per il pranzo, organizzato in un palazzo storico dal comitato locale.
Purtroppo il cielo non permette la visita approfondita che il paese meriterebbe. Proviamo a raggiungere Cingoli, dove è in corso una manifestazione sportiva.
Ma prima una pausa caffè, anche per orientarsi correttamente.
Ovviamente non andiamo a Cingoli per lo sport, anzi, neppure sapevamo si svolgesse la famosa Gran Fondo MTB 9 Fossi. Attraversiamo il ponte sul lago omonimo, ma quando raggiungiamo il posto si scatena un acquazzone che ci fa tornare indietro. Visiteremo Cingoli con i suoi ciclisti la prossima volta.
Andiamo a Jesi: siamo accolti dalla statua di Federico II Hohenstaufen, qui nato nel 1194.
Stupor Mundi nacque in quella che è ora la piazza di Jesi da Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II di Sicilia, mentre l'imperatrice stava raggiungendo a Palermo il marito Enrico VI.
Il tempo poco clemente ci permette solo una passeggiatina.
Finiamo col fare una cosa che non avremmo mai immaginato: visitare una banca.
Si tratta più precisamente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi: nella sua sede c'è un museo di qualche pregio. Ma la cosa che ammiriamo di più sono alcuni arredi in vetro di Murano.
Una banca che si rispetti - e questa lo era - deve avere un caveau come nei film e qui c'è!
Per la serata torniamo a Fabriano, dove ci aggiriamo per il corso fra qualche negozio aperto nonostante sia domenica. Poi una pizza sotto una bella pioggia e infine a nanna.
sabato 23 aprile 2016
Urbino e Fano
Oggi si va a Urbino: gli amici con i quali siamo in giro non ci sono mai stati e possiamo fare da esperti ciceroni.
Cominciamo in maniera insolita, per chi visita una città d'arte, dal mercato del sabato: molto fornito e pieno di spunti e... spuntini! Come rinunciare ad un fritto di pesce da gustare nel cartoccio? Siamo sotto le mura della Fortezza Albornoz, quindi il passo successivo è una passeggiata nel parco che si affaccia su Urbino, da dove scorgere il profilo dei Torricini. In questo momento c'è un allestimento molto simpatico: dagli alberi pendono come frutti, legati da nastri colorati, tanti libri da poter cogliere a piacimento. Non ci lasciamo sfuggire un saggio sul dialetto urbinate.
Ci fermiamo per qualche minuto al ristoro "La Fortezza", sempre nel parco, un posto che non si può non condividere con amici, soprattutto se non hanno mai mangiato la "crescia sfogliata": noi la gustiamo con prosciutto, stracchino e insalata.
Scendiamo per la ripida stradina che porta alla piazza, per poi proseguire fino all'ingresso del Palazzo Ducale. La visita si ripete sempre con piacere, c'è ogni volta qualcosa che era sfuggito e soprattutto tanti capolavori da rivedere.
Abbiamo le nostre preferenze: chi vuole ammirare ancora una volta lo studio di Federico e i suoi minutissimi dettagli a intarsio...
...e chi non aspettava altro che rivedere La Città Ideale.
L'immenso salone, ancora con la sua pavimentazione originale, ci lascia immaginare i fastosi balli alla corte di Montefeltro. Ma non ci limitiamo ai piani nobili: anche le vaste cantine suscitano il nostro interesse. Qui sotto c'erano le cucine, la lavanderia, i magazzini, le scuderie, gli alloggi della servitù, persino il nevaio per conservare in fresco i cibi. Doveva essere tutto un brulicare di donne e uomini che si affaccendavano senza sosta: solo un incessante e faticoso lavoro poteva permettere il funzionamento di tutto il palazzo.
Nel tardo pomeriggio scansando la pioggia ci spostiamo verso il mare, a Fano. La spiaggia è già pronta per l'estate, ma il cielo non promette anticipi.
Dopo una lunga passeggiata concludiamo la giornata da PesceAzzurro: non un posto elegante, ma giusto per mangiare ottimo pescato che arriva direttamente dal porto difronte. Poi ritorno a Fabriano.
venerdì 22 aprile 2016
Fabriano e Ancona
Week end lungo nelle Marche: si comincia dal venerdì e si comincia proprio bene, incontrandoci con una coppia di amici Alla Vecchia Cartiera di Fabriano.
Oggi di Fabriano vedremo molto poco, limitandoci ad esaminare le sue strutture ricettive: il ristorante che abbiamo scelto è in un angolo di paradiso, completo di ruscelletto gorgogliante.
Ottimo cibo, originale pur nella tradizione, abbondante, tanto da richiedere qualche riflessione nel dopo pranzo.
Ancora più interessante si rivela essere l'Agriturismo Gocce di Camarzano: una splendida villa del 1600 completamente e accuratamente restaurata. La proprietaria è una pittrice amante della natura e del bello: non poteva essere persona più sintonizzata con questo posto.
Nel pomeriggio passeggiata ad Ancona, che si tramuta in una scarpinata fin su alla Cattedrale di San Ciriaco. Splendido panorama ma piedi doloranti. Molto seccante, poi, vedere gente che viene su di corsa... La foto che vedi si riferisce invece alla chiesa di Santa Maria della Piazza, del XII secolo, un notevole esempio di stile romanico, posta molto più in basso.
Portali e portoncini: qui c'è addirittura un vicolo con la sua porta, accuratamente restaurata.
Ancona si rivela essere tutta stretta intorno al suo porto, anzi, Ancona è un porto: non c'è un lungomare per passeggiare e dopo la piazza principale e il corso presto ci stanchiamo di andare in giro e ritorniamo alla nostra bella villa fra le colline di Fabriano.
Purtroppo il tempo peggiora e le nuvole ci accompagneranno per i prossimi giorni.
domenica 17 aprile 2016
Macchiatonda di Capalbio, Borgo Carige e Manciano
Domenica di lotta e di turismo: prima a votare, poi un tuffo nella Maremma toscana.
Il tuffo vero e proprio nelle acque di Macchiatonda di Capalbio purtroppo non è praticabile, stante le condizioni meteo non proprio favorevoli a queste latitudini. Al sud invece sono talmente impegnati a nuotare da disertare in massa le urne.
Noi siamo costretti a dedicarci alle osservazioni naturalistiche: qui puoi vedere un gasteropode in riproduzione. Dopo una lunga passeggiata sulla spiaggia siamo pronti e predisposti alla mossa seguente: trovare un ristorante interessante.
Dopo aver evitato il pur attraente locale sulla spiaggia, fallito un primo tentativo presso un'interessante osteria campagnola purtroppo inesorabilmente chiusa, scartato un ristorante rivelatosi completamente vuoto e poco accogliente, approdiamo alla trattoria Il Cinghiale, ormai quasi alle porte di Capalbio. Fuori niente di eccezionale, anzi la piazza di Borgo Carige adibita a parcheggio, con la sua chiesa di tufi a vista, il bar e la frutteria, non è particolarmente bella a vedersi. Dentro un locale ben curato, luminoso e gradevole. Menù ricco di proposte locali e di piatti siciliani che ci intrigano e ci attirano: gustiamo con piacere delle tagliatelle al pesto di pistacchi e dei ravioli di patate viola con pecorino e pancetta e poi baccalà fritto e pollo all'arancia (ottimo) e dolci di pasta di mandorle e tozzetti. Buono anche il caffè, ma non il vino: per una bottiglia decente qui bisogna spendere e noi siamo fuori budget.
Saltiamo Capalbio che abbiamo già visitato in passato e puntiamo su Manciano. Il paese ci è noto soprattutto per un saporito pecorino che apprezziamo ben stagionato. Comunque anche qui siamo già stati, ma esclusivamente per attività gastronomiche: oggi contiamo di fare una visita più approfondita.
Il paese è stretto intorno al Cassero, edificio imponente ma di piacevoli proporzioni, alto sulla pianura maremmana a difesa della Valle dell'Albegna. La zona era abitata fin dalla preistoria, come dimostrano i numerosi reperti risalenti all'età del rame e del Bronzo, custoditi nel locale museo. Non ci soffermiamo, accontentandoci di repertare il documento che vedi nell'immagine successiva: con questo riteniamo di avere acquisito dati sufficienti sulla storia di Manciano.
Qui su tira un bel venticello che non invoglia a fermarsi più di tanto a leggere i cartelli informativi sparsi in giro, ma noi seguiamo il profumo del glicine e passiamo di chiesa in chiesa, di vicolo in vicolo, di raggio di sole in raggio di sole.
E' ancora chiaro quando decidiamo di andar via: prossimamente ci attendono nuovi viaggiucchi.
venerdì 15 aprile 2016
Orte
Pomeriggio a passeggio per Orte, un paese non lontano, non frequentato ma non brutto, non turistico e dai più ricordato solo per il vicino svincolo autostradale. Eppure Orte è luogo ricchissimo di storia: probabilmente fondata da un popolo migrato dal Peloponneso, fu fiorente città etrusca e importante porto fluviale romano. Di questo passato se ne trovano ampie tracce, anche se la città è stata in gran parte ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
lunedì 11 aprile 2016
Fiumicino
Aperitivo al Mare? Sì, sulla terrazza di un lido a Fiumicino. Cosa c'è di meglio che guardare il tramonto insieme, sorseggiando e sgranocchiando?
domenica 10 aprile 2016
Gaeta
Domenica di sole che tale non si annuncia, almeno a Napoli, da dove partiamo nonostante un cielo uggioso percorrendo la costa per raggiungere Gaeta. Qui invece la giornata è bella e calda, non tanto da portarci in spiaggia ma più che sufficiente per un giro nella città vecchia: pur avendo frequentato a lungo la zona, in passato, mai eravamo stati nelle stradine che si intrecciano fra ruderi romani e architetture borboniche. Da queste parti la storia è passata a fiumi, il problema può essere ritrovarne le tracce sotto gli strati di moderni intonaci.
Poi basta girare l'angolo per imbattersi in una targa che ricorda come Gaeta fu l'ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie, capitolato all'assedio delle truppe del generale Cialdini il 13 febbraio 1861. Con la resa di Francesco II di Borbone ebbe inizio lo Stato unitario del Regno d'Italia. Stupisce un po' questa scritta apertamente filoborbonica: evidentemente 'o Rre è rimasto con la sua Regina fra queste mura.
Di fianco ad una caserma ormai in malo arnese, un frequentatissimo bar: a Gaeta sembrano fare spalla a spalla il vecchio e il nuovo, il rudere diroccato e la villa di lusso, l'abitazione caetana con i panni stesi e l'albergo multistellato.
Su in alto sul vasto sperone di roccia si contendono il cielo l'imponente castello e il trecentesco tempio di San Francesco, appesantito nell'ottocento da un monumentale restauro in stile neogotico. In occasione di quella radicale ristrutturazione, inspiegabilmente fu tralasciato il campanile, distrutto dal terremoto del 1764, forse per non sminuire quello del duomo, visibile nella prima foto.
Bar, caffetterie, ristoranti e trattorie sono sparsi dappertutto: alcuni hanno le carte buone per attirare l'attenzione del "viandante" affamato, anche con un umorismo di stampo napoletano... e la scelta sembrerebbe difficile. Ma non sbagliamo andando ad accomodarci da La Locanda, in via Docibile. Un po' nascosta, un po' incongrua con la sua dicitura "cucina tipica e specialità messicane", La Locanda si rivela una buona scelta: antipasto di mare, paccheri con vongole e cozze, calamaro ripieno e dolci della casa, il tutto innaffiato da un piacevole rosé.
Una passeggiata digestiva ci porta su per la collina a scoprire fantastici panorami.
Ridiscendiamo dalla parte opposta, verso la spiaggia di Serapo: rarissimi bagnanti sfidano un mare leggermente agitato e una brezza assolutamente inadatta (per noi) al Primo Approccio dell'anno.
Prima di rimanere bloccati qui dalla contemplazione di tanta bellezza conviene avviarci, ciascuno per la sua strada: c'è chi prosegue verso il nord e chi torna alla sua terra. Alla prossima volta.
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