venerdì 13 aprile 2012

Suvereto e Belvedere

Qualche giorno di riposo in giro per la bella Italia ci vuole proprio! Facciamo base oggi e domani vicino Piombino, un posto molto particolare, dove industria e turismo convivono senza apparentemente interferire l'una con l'altro.

Ma noi siamo sempre alla ricerca di paesini e, anche se il tempo non è un granché, ce ne andiamo per campagne fino a Suvereto, grazioso borgo ricco di storia e begli edifici medioevali. Interessante sia per bellezza che per quanto rappresenta, il palazzo del Comune: già nel 1201 Suvereto diviene il primo libero comune della Maremma settentrionale ed i suoi cittadini acquisiscono importanti diritti. L'edificio viene costruito appunto per ospitare le magistrature del nascente comune.


Molto bello anche il chiostro dell'ex convento di San Francesco, dotato, a quanto apprendiamo, di un'ottima acustica e sede di concerti e manifestazioni estive.



Un paese non è certo solo palazzi storici e chiese: qui non mancano scorci deliziosi e il tempo inclemente non riesce a ingrigire lo splendido glicine che orna questo slargo fra le case.


Non ci fermiamo qui: la strada che parte da Suvereto sale verso panorami interessanti, passando per questo bel lavatoio - fontana, frequentato anche dai cinghiali della maremma, dei quali non ci sfuggono le tracce...


La frazione di Belvedere era il posto di villeggiatura dei suveretani benestanti, che d'estate potevano permettersi di sfuggire la malaria trasferendosi nella "seconda casa".
Oggi, con l'imu che incombe e il cielo che non è da meno, il piccolo borgo appare ben poco frequentato, anche se sono poche le case abbandonate. Anzi, ce ne sono un paio che possono vantare notevoli affacciate sulla campagna toscana ma, neanche a dirlo, anche prezzi largamente fuori dalle nostre disponibilità.

In effetti questo borgo sembra essere abbastanza elitario, nonostante non manchino tracce degli abitanti "stanziali": di fianco alla chiesetta della piazza, ingombra dei tavoli dell'immancabile B&B, si può vedere l'opera di un artista naif del posto, un poeta - muratore - scultore, che ha lasciato nella pietra la testimonianza della sua fede.

Andiamo via prima che si scateni il temporale, ma il posto meriterebbe una più lunga vista per meglio godere della pace e dell'aria.

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