Un "ponte" va utilizzato bene: andiamo ad Alfedena da parenti. Il posto è bello e arrivarci non è troppo difficile, l'altitudine intorno ai 900 metri ci regala un bel freschetto per nulla spiacevole, viste le temperature degli ultimi giorni.
Ma ripartiamo subito per altezze maggiori: ci aspetta un picnic al Rifugio Campitelli, 1453 metri slm. Qui siamo proprio immersi nella natura, almeno come la immagina un cittadino: mandrie di cavalli allo stato brado, prati fioriti, aria anche troppo fina! Assistiamo persino all'arrivo di un branco di maschi al galoppo che mette in fuga le femmine e i piccoli cavallini, che prima non si erano affatto preoccupati della nostra presenza. Uno spuntino ben elaborato da mani esperte ci aiuta a sopportare tanta bellezza: non siamo abituati a tutte queste belle cose, tutte insieme!
Il panorama è da mozzafiato: un breve spostamento ci porta ad affacciarci su Valle Fiorita, ancora allagata dallo scioglimento delle nevi. L'ultima volta che siamo stati qui era un 35 anni fa: speriamo di tornare prima, la prossima volta.
Scendiamo prima che si faccia buio, per spostarci a Scontrone, grazioso paesino nei dintorni: appare subito chiaro che questo non è il posto dove trascorrere la vecchiaia: sono tutte salite! Si dirà che ad ogni salita corrisponde una discesa, ma non è abbastanza per farci camminare più comodi. Molti muri sono decorati da murales di varia fattura, alcuni apprezzabili, testimonianza di una certa attenzione per l'arte e il turismo. Anche se, oltre ad un B&B e un ristorante, chiusi nonostante il ponte di Maggio, non ci sembra che qui ci siano altre attrezzature ricettive.
Ma non ci lamentiamo: il turismo esclusivo ci piace. E oggi siamo gli unici turisti in assoluto!
lunedì 30 aprile 2012
domenica 29 aprile 2012
Anzio e Nettuno
Che fare in un domenica di fine Aprile? Andiamo ad Anzio, che ci manchiamo da tanti anni. Il luogo perfetto per turisti romani: infatti ce ne sono a centinaia! Si parcheggia a stento e solo con un po' di... fortuna. Forse in un giorno normale questo sarà anche un paese apprezzabile, ma al momento la quantità di gente lo ingolfa fin negli angoli più reconditi e l'odore prevalente è di fritto. Mangiare qualcosa in un posto così sembra avventato, ma l'odore finisce per stuzzicarci e azzardiamo un cartoccio di pesce fritto, in una locale minuscolo con quattro tavolini sul marciapiede,
vista mare.
Ci spostiamo nella vicina Nettuno: qui almeno possiamo vedere un centro storico interessante... per le sue stratificazioni. In effetti risulta un po' difficile capire cosa nei secoli sia stato aggiunto o modificato in questo che nell'antichità deve essere stato un porto di una certa importanza e che sembra aver sempre conservato una sua centralità. Ma i danni veri sono stati fatti negli ultimi tempi: le architetture si incastrano una nell'altra, senza molto rispetto e attenzione, accoppiando murature medievali ben conservate a edifici recenti, insegne estrose, cemento e infissi in alluminio. La notorietà del luogo è ora dovuta principalmente alla presenza di un santuario che attira pullman di parrocchiani da ogni dove: gli affari sono affari!
Ce ne andiamo un po' dispiaciuti: avevamo ricordi diversi.
Ci spostiamo nella vicina Nettuno: qui almeno possiamo vedere un centro storico interessante... per le sue stratificazioni. In effetti risulta un po' difficile capire cosa nei secoli sia stato aggiunto o modificato in questo che nell'antichità deve essere stato un porto di una certa importanza e che sembra aver sempre conservato una sua centralità. Ma i danni veri sono stati fatti negli ultimi tempi: le architetture si incastrano una nell'altra, senza molto rispetto e attenzione, accoppiando murature medievali ben conservate a edifici recenti, insegne estrose, cemento e infissi in alluminio. La notorietà del luogo è ora dovuta principalmente alla presenza di un santuario che attira pullman di parrocchiani da ogni dove: gli affari sono affari!
Ce ne andiamo un po' dispiaciuti: avevamo ricordi diversi.
sabato 28 aprile 2012
Anguillara al tramonto
Passeggiata al lago per ammirare questo splendido tramonto. Siamo proprio fortunati ad abitare vicino ad un luogo così bello!
Che dici? Potremmo abitare proprio lì? Eh, ma sarebbe eccessivo! E poi, a nostro avviso, si perde molto presto la cognizione della bellezza del posto in cui abiti.
Che dici? Potremmo abitare proprio lì? Eh, ma sarebbe eccessivo! E poi, a nostro avviso, si perde molto presto la cognizione della bellezza del posto in cui abiti.
mercoledì 25 aprile 2012
Narni
E' il 25 Aprile e sarebbe giusto partecipare al corteo, a qualche manifestazione... Ma ci svegliamo tardissimo e c'è solo da cercare un posto dove pranzare. Per andare sul sicuro puntiamo verso Narni, non troppo lontano e con diversi posticini conosciuti per una tagliatella. Non ci fermiamo dal primo, né dal secondo e chissà perché a piedi saliamo alla rocca Albornoz...
Che sorpresa! La rocca è stata trasformata da sede di convegni in luogo di spettacoli, ristoro, mercato! Non abbiamo molto tempo, ma non rinunciamo ad aggirarci per queste mura trecentesche, fotografando tutto quello che ci capita a tiro, come due bravi turisti. Ecco gli sbandieratori (ormai li trovi dappertutto), ma anche numerosi figuranti (il viandante con cammello si lascia fotografare con una certa riluttanza, ma è veramente simpatico. Dispiace per il cammello: un lavoraccio e poche soddisfazioni!).
Il punto di ristoro è qualcosa di molto più del solito chiosco di panini, a partire dall'ambientazione: si mangia su tavolacci di legno, con stoviglie di coccio, sotto una bella tenda di tela e legno, serviti da cameriere in costume medievale. E che si mangia! Un robusto antipasto di ottimi salumi "tagliati a coltello", una lasagna con i carciofi, un notevole arrosto misto, il tutto accompagnato da un buon rosso locale. Anche troppo! Lo dividiamo con i vicini di tavolaccio, per essere sicuri di tornare a casa...
Il mercato è molto bello! Non le solite robe finte fatte in Cina, ma oggetti d'artigianato di ottima fattura, anche decisamente insoliti, come queste stoviglie di vetro dalle belle sfumature. Ma troviamo anche lavori in acciaio, in lana grezza, in tela: sembra di essere capitati in un vero mercato di seicento anni fa. Anche i mercanti ovviamente sono vestiti "in stile".
E non mancano i falconieri: diversi fieri animali si pavoneggiano (ammesso che dei rapaci possano pavoneggiarsi) nello spiazzo del fossato. Possiamo ammirare il volo di un uccello che picchia da un'altezza impressionante! Certo che se vuoi fare il falco non puoi soffrire di vertigini.
Che sorpresa! La rocca è stata trasformata da sede di convegni in luogo di spettacoli, ristoro, mercato! Non abbiamo molto tempo, ma non rinunciamo ad aggirarci per queste mura trecentesche, fotografando tutto quello che ci capita a tiro, come due bravi turisti. Ecco gli sbandieratori (ormai li trovi dappertutto), ma anche numerosi figuranti (il viandante con cammello si lascia fotografare con una certa riluttanza, ma è veramente simpatico. Dispiace per il cammello: un lavoraccio e poche soddisfazioni!).
Il punto di ristoro è qualcosa di molto più del solito chiosco di panini, a partire dall'ambientazione: si mangia su tavolacci di legno, con stoviglie di coccio, sotto una bella tenda di tela e legno, serviti da cameriere in costume medievale. E che si mangia! Un robusto antipasto di ottimi salumi "tagliati a coltello", una lasagna con i carciofi, un notevole arrosto misto, il tutto accompagnato da un buon rosso locale. Anche troppo! Lo dividiamo con i vicini di tavolaccio, per essere sicuri di tornare a casa...
Il mercato è molto bello! Non le solite robe finte fatte in Cina, ma oggetti d'artigianato di ottima fattura, anche decisamente insoliti, come queste stoviglie di vetro dalle belle sfumature. Ma troviamo anche lavori in acciaio, in lana grezza, in tela: sembra di essere capitati in un vero mercato di seicento anni fa. Anche i mercanti ovviamente sono vestiti "in stile".
E non mancano i falconieri: diversi fieri animali si pavoneggiano (ammesso che dei rapaci possano pavoneggiarsi) nello spiazzo del fossato. Possiamo ammirare il volo di un uccello che picchia da un'altezza impressionante! Certo che se vuoi fare il falco non puoi soffrire di vertigini.
martedì 17 aprile 2012
Marotta
Marotta è un posto amministrativamente curioso: non è Comune, ma Località, pur ospitando più di 11.000 abitanti. Oltretutto è una Località che fino a qualche tempo fa apparteneva a tre Comuni diversi: Fano, Mondolfo e San Costanzo. Ora si divide fra Mondolfo e per piccola parte San Costanzo.
Ha molte qualità positive: una bella spiaggia e attrezzature turistiche notevoli le hanno fatto ottenere la Bandiera Blu. Due ristoranti interessanti, Puntiron's e El Gatt, le valgono le nostre attenzioni.
Ed è da El Gatt che passiamo la serata insieme a un nutrito gruppo di amici: cucina di pesce, locale non grande ma grazioso, servizio attento e simpatico. Non si paga molto per quel che si mangia, si mangia molto per quel che si paga, molto e bene. Buonissimi antipasti caldi e freddi, ottimi primi, squisiti secondi: consigliamo la coda di rospo al forno con patate e pomodori farciti, ma qualsiasi piatto sceglierete ne sarete di certo soddisfatti.
Ha molte qualità positive: una bella spiaggia e attrezzature turistiche notevoli le hanno fatto ottenere la Bandiera Blu. Due ristoranti interessanti, Puntiron's e El Gatt, le valgono le nostre attenzioni.
Ed è da El Gatt che passiamo la serata insieme a un nutrito gruppo di amici: cucina di pesce, locale non grande ma grazioso, servizio attento e simpatico. Non si paga molto per quel che si mangia, si mangia molto per quel che si paga, molto e bene. Buonissimi antipasti caldi e freddi, ottimi primi, squisiti secondi: consigliamo la coda di rospo al forno con patate e pomodori farciti, ma qualsiasi piatto sceglierete ne sarete di certo soddisfatti.
domenica 15 aprile 2012
Chiusdino, Abbazia di San Galgano - Monterchi - Fermignano
Insomma, ci fermiamo a vedere quel che resta di quest'enorme chiesa: è veramente incredibile! E soprattutto è incredibile che sia stata lasciata andare in malora dagli stessi monaci che, trasferitisi in altro luogo, pensarono bene di togliere e portarsi via la copertura in piombo del tetto! Non c'è niente da fare, i preti non li capiremo mai!
Troviamo che il luogo conservi un fascino misterioso, arcano e ciò nonostante i non pochi turisti presenti, moltissimi stranieri che vengono da ben più lontano di noi che queste cose le abbiamo a portata di mano.
Gli scorci da fotografare sono tantissimi! Dove guardi vedi inquadrature affascinanti ed è molto difficile fare una scelta. Come sarà poi difficile fare una selezione da proporre in questo post.
Molte decorazioni di grande originalità e scelte architettoniche non banali, come le colonne "a mensola", che non arrivano fino a terra ma si poggiano su una mensola a metà parete. Soluzione che dà slancio e lascia spazio.
Ma quello che colpisce maggiormente è l'intreccio di capriate che si sommano nell'ampia prospettiva.
Per ultimo ci inerpichiamo per la strada più difficile fino alla Cappella di Montesiepi, una piccola chiesa situata sulla collina a poche centinaia di metri dall'Abbazia. La Cappella fu costruita nel 1183 per ordine del vescovo di Volterra e racchiude al centro la roccia nella quale è infissa la spada di Galgano. Qui i turisti sono talmente numerosi da impedire fisicamente l'ingresso nella piccola chiesa: aspettiamo l'uscita di un folto gruppo per poter ammirare il manufatto.
Dopo uno spuntino in zona, presso la cooperativa agricola S.Galgano, riprendiamo la strada e andiamo avanti per più di 100 km fra monti e boschi. Ancora non paghi, ci fermiamo a Monterchi, in provincia di Arezzo, per ritrovare un affresco che abbiamo visto più di 25 anni fa: la Madonna del Parto. Strappato dalla chiesetta dove lo ricordavamo, restaurato e posizionato all'interno di un museo appositamente allestito, il dipinto ci sembra aver perso fascino, o forse gli anni sono tanti e la memoria ci tradisce... Certo è che questi contorni definiti, questi colori nitidi... Meglio forse uno sguardo dalla finestra sulle colline aretine.
Ancora 70 chilometri sulla statale di Bocca Trabaria, a tratti sotto la grandine, ci portano a scavalcare l'Appennino a quota 1500 metri: arriviamo a Urbino che è ancora giorno e ormai non piove più. Un certo appetito ci porta a cercare qualcosa di abbondante e succulento da mettere sotto i denti: andiamo da Carlo a Fermignano, meglio conosciuto, almeno fra di noi, come "la bocciofila" perché ospitato nell'edificio di un bocciodromo. Da Carlo non è un ristorante ma la vera, originale trattoria di paese, frequentata da gente del posto, dove servono poche cose ma tutte buone. Ci accontentiamo di una pappardella al ragù d'oca in due e una favolosa bisteccona di manzo a testa, veramente ottima. E' un locale che consigliamo, ma solo a chi è disposto a rinunciare a certe raffinatezze pur di gustare del cibo che vale il viaggio!
sabato 14 aprile 2012
Baratti
Che tempaccio! Ha piovuto tutta al notte! E ancora non accenna a smettere! Ma noi impavidi sfidiamo acqua e raffreddore e ci mettiamo in giro... anche se non si vede un granché... la strada sembra di conoscerla... ah, guarda guarda! Siamo capitati a Baratti, dove eravamo stati esattamente un anno fa. Ci fermiamo per un boccone da La Perla, un ristorante che più sulla spiaggia non si può! Gentili e veloci (ma siamo anche gli unici avventori) ci preparano un ottimo spaghetto a vongole e dei crostini buonissimi.
Due passi sulla spiaggia, durante una bella schiarita, ci riempiono i polmoni di aria salmastra. E le tasche di conchiglie e sassetti...
Due passi sulla spiaggia, durante una bella schiarita, ci riempiono i polmoni di aria salmastra. E le tasche di conchiglie e sassetti...
venerdì 13 aprile 2012
Suvereto e Belvedere
Qualche giorno di riposo in giro per la bella Italia ci vuole proprio! Facciamo base oggi e domani vicino Piombino, un posto molto particolare, dove industria e turismo convivono senza apparentemente interferire l'una con l'altro.
Ma noi siamo sempre alla ricerca di paesini e, anche se il tempo non è un granché, ce ne andiamo per campagne fino a Suvereto, grazioso borgo ricco di storia e begli edifici medioevali. Interessante sia per bellezza che per quanto rappresenta, il palazzo del Comune: già nel 1201 Suvereto diviene il primo libero comune della Maremma settentrionale ed i suoi cittadini acquisiscono importanti diritti. L'edificio viene costruito appunto per ospitare le magistrature del nascente comune.
Molto bello anche il chiostro dell'ex convento di San Francesco, dotato, a quanto apprendiamo, di un'ottima acustica e sede di concerti e manifestazioni estive.
Un paese non è certo solo palazzi storici e chiese: qui non mancano scorci deliziosi e il tempo inclemente non riesce a ingrigire lo splendido glicine che orna questo slargo fra le case.
Non ci fermiamo qui: la strada che parte da Suvereto sale verso panorami interessanti, passando per questo bel lavatoio - fontana, frequentato anche dai cinghiali della maremma, dei quali non ci sfuggono le tracce...
La frazione di Belvedere era il posto di villeggiatura dei suveretani benestanti, che d'estate potevano permettersi di sfuggire la malaria trasferendosi nella "seconda casa".
Oggi, con l'imu che incombe e il cielo che non è da meno, il piccolo borgo appare ben poco frequentato, anche se sono poche le case abbandonate. Anzi, ce ne sono un paio che possono vantare notevoli affacciate sulla campagna toscana ma, neanche a dirlo, anche prezzi largamente fuori dalle nostre disponibilità.
In effetti questo borgo sembra essere abbastanza elitario, nonostante non manchino tracce degli abitanti "stanziali": di fianco alla chiesetta della piazza, ingombra dei tavoli dell'immancabile B&B, si può vedere l'opera di un artista naif del posto, un poeta - muratore - scultore, che ha lasciato nella pietra la testimonianza della sua fede.
Andiamo via prima che si scateni il temporale, ma il posto meriterebbe una più lunga vista per meglio godere della pace e dell'aria.
Ma noi siamo sempre alla ricerca di paesini e, anche se il tempo non è un granché, ce ne andiamo per campagne fino a Suvereto, grazioso borgo ricco di storia e begli edifici medioevali. Interessante sia per bellezza che per quanto rappresenta, il palazzo del Comune: già nel 1201 Suvereto diviene il primo libero comune della Maremma settentrionale ed i suoi cittadini acquisiscono importanti diritti. L'edificio viene costruito appunto per ospitare le magistrature del nascente comune.
Molto bello anche il chiostro dell'ex convento di San Francesco, dotato, a quanto apprendiamo, di un'ottima acustica e sede di concerti e manifestazioni estive.
Un paese non è certo solo palazzi storici e chiese: qui non mancano scorci deliziosi e il tempo inclemente non riesce a ingrigire lo splendido glicine che orna questo slargo fra le case.
Non ci fermiamo qui: la strada che parte da Suvereto sale verso panorami interessanti, passando per questo bel lavatoio - fontana, frequentato anche dai cinghiali della maremma, dei quali non ci sfuggono le tracce...
La frazione di Belvedere era il posto di villeggiatura dei suveretani benestanti, che d'estate potevano permettersi di sfuggire la malaria trasferendosi nella "seconda casa".
Oggi, con l'imu che incombe e il cielo che non è da meno, il piccolo borgo appare ben poco frequentato, anche se sono poche le case abbandonate. Anzi, ce ne sono un paio che possono vantare notevoli affacciate sulla campagna toscana ma, neanche a dirlo, anche prezzi largamente fuori dalle nostre disponibilità.
In effetti questo borgo sembra essere abbastanza elitario, nonostante non manchino tracce degli abitanti "stanziali": di fianco alla chiesetta della piazza, ingombra dei tavoli dell'immancabile B&B, si può vedere l'opera di un artista naif del posto, un poeta - muratore - scultore, che ha lasciato nella pietra la testimonianza della sua fede.
Andiamo via prima che si scateni il temporale, ma il posto meriterebbe una più lunga vista per meglio godere della pace e dell'aria.
sabato 7 aprile 2012
America's Cup a Napoli
Più che un post questa è una piccola gallery del mancato campo di gara dell'America's Cup a Napoli: le prime quattro foto che puoi vedere si riferiscono alla location individuata in un primo momento per lo svolgimento della manifestazione e poi abbandonata per evidenti difficoltà: si trattava, nel giro di poco, di radere al suolo tutto ciò che resta dell'orribile e gigantesco stabilimento siderurgico che occupava la zona e costruire tutto da zero, impianti, infrastrutture e quant'altro.
Una splendida occasione mancata per riqualificare Bagnoli, una zona sfregiata per decenni da un insediamento industriale che oggi è assolutamente incongruo con la stupefacente bellezza del luogo.
Evidentemente all'epoca non si capì l'assurdità di distruggere uno dei posti più belli del circondario: altre erano le esigenze e le priorità. Ma per fare un paragone è come se si fosse deciso di trasformare Montecarlo in una zona industriale.
Certo è che anche per gli imprenditori napoletani questa è stata un'enorme opportunità persa.
Sovviene però il pensiero di quanti di quei soldi - che all'epoca non si sono trovati per finanziare il progetto - sarebbero andati alla camorra: l'idea di quel che certi "signori" non hanno potuto rubare rinfranca e aiuta a sopportare la vista di questo luogo meraviglioso ancora sommerso dalle macerie. Adesso potrebbe essere uno splendido giardino contornato da alberghi e manufatti, ma così non è: le foto che ti mostro non rendono giustizia all'abbandono e al degrado che caratterizzano il mare e l'entroterra di Bagnoli. Anzi, sembra quasi un bel posto...
Invece l'ultima foto è facilmente e universalmente riconoscibile: il golfo di Napoli, le sue luci, il molo di Mergellina, il Vesuvio sullo sfondo. Lo scenario dove si sta svolgendo, appunto, l'America's Cup che sicuramente una miglior collocazione non poteva trovare. Niente manca in questo che è certamente uno dei luoghi più belli al mondo: tutto è a portata di mano, il campo di gara è visibile dall'alto, alberghi, bar e ristoranti sono disponibili a decine e centinaia, stazioni ferroviarie, porto, aeroporto, autostrada non mancano... Ma insomma, dispiace per Bagnoli, che chissà se e quando avrà la sua occasione.
Una splendida occasione mancata per riqualificare Bagnoli, una zona sfregiata per decenni da un insediamento industriale che oggi è assolutamente incongruo con la stupefacente bellezza del luogo.
Evidentemente all'epoca non si capì l'assurdità di distruggere uno dei posti più belli del circondario: altre erano le esigenze e le priorità. Ma per fare un paragone è come se si fosse deciso di trasformare Montecarlo in una zona industriale.
Certo è che anche per gli imprenditori napoletani questa è stata un'enorme opportunità persa.
Sovviene però il pensiero di quanti di quei soldi - che all'epoca non si sono trovati per finanziare il progetto - sarebbero andati alla camorra: l'idea di quel che certi "signori" non hanno potuto rubare rinfranca e aiuta a sopportare la vista di questo luogo meraviglioso ancora sommerso dalle macerie. Adesso potrebbe essere uno splendido giardino contornato da alberghi e manufatti, ma così non è: le foto che ti mostro non rendono giustizia all'abbandono e al degrado che caratterizzano il mare e l'entroterra di Bagnoli. Anzi, sembra quasi un bel posto...
Invece l'ultima foto è facilmente e universalmente riconoscibile: il golfo di Napoli, le sue luci, il molo di Mergellina, il Vesuvio sullo sfondo. Lo scenario dove si sta svolgendo, appunto, l'America's Cup che sicuramente una miglior collocazione non poteva trovare. Niente manca in questo che è certamente uno dei luoghi più belli al mondo: tutto è a portata di mano, il campo di gara è visibile dall'alto, alberghi, bar e ristoranti sono disponibili a decine e centinaia, stazioni ferroviarie, porto, aeroporto, autostrada non mancano... Ma insomma, dispiace per Bagnoli, che chissà se e quando avrà la sua occasione.
Iscriviti a:
Post (Atom)