giovedì 3 ottobre 2013
Forio d'Ischia - 1
Un weekend lungo ad Ischia è quello che ci vuole per chiudere un'estate già chiusa da calendario, che non ci ha visto molto presenti al mare.
E qui di mare ce n'è quanto ne vuoi! Già per arrivare dobbiamo necessariamente attraversarlo: si parte col traghetto da Pozzuoli e dopo un'ora già siamo a Casamicciola. Breve trasferimento in autobus e ci troviamo a Forio, alla ricerca del nostro hotel.
Quando si comprano queste offerte a scatola chiusa non sai mai bene cosa ci trovi dentro... L'hotel che avevamo prenotato è strapieno e ci dirottano in un'altra struttura della stessa catena... Fregatura in agguato? Invece ci va di lusso! La sistemazione è molto migliore di quella concordata! L'albergo è nuovissimo. La nostra stanza dà direttamente su una delle tre piscine disponibili. A pochi metri, il blu!
Una discesa ripida ma percorribile ci porta al mare. E che mare! Acqua limpida e sabbia fine. Uno spettacolo. Non conoscevamo questo angolo di costa, in passato sempre saltato, ché dalla strada non sembra interessante.
Una bella passeggiata e giungiamo fino al termine dell'insenatura: macigni imponenti si sono staccati dal costone sovrastante. Ignoriamo i cartelli di pericolo e ci infiliamo fra le rocce...
Uno dei massi conficcati nella rena è stato scolpito con un "Urlo" e levigato dal mare: bello e inquietante... molto inquietante. Sembra il grido di chi sta per essere inghiottito dalle acque, la bocca spalancata nel chiedere aiuto, nel cercare aria...
Non lo sappiamo, ma nella notte un barcone di migranti si è capovolto al largo di Lampedusa: cinquecento naufraghi... cinquecento bambini, donne, uomini si dibattono fra le acque, urlando paura e disperazione come questa pietra che urla in faccia al mare...
All'inizio i morti sono decine, poi cento, duecento, trecento... saranno 339.
Noi che ignoriamo questa terribile disgrazia stiamo qui tutto il pomeriggio a crogiolarci nel sole ancora caldo, a bagnarci nel mare dolcissimo e terribile, come bambini che non hanno altre preoccupazioni se non divertirsi.
Lentamente, inesorabilmente, uno dei più bei tramonti mai visti.
La sera tinge le acque di scuro, si accendano le prime lampare, il faro sciabola implacabile nel buio.
Il giorno dopo sentiamo della disgrazia, ma è cosa ancora lontana, indefinita, una delle tante... Ci stiamo abituando alla morte, quando non è notizia sensazionale...
Si va a Ischia Ponte, a visitare il castello Aragonese. Inerpicato su un enorme scoglio, a poche bracciate dall'isola ma abbastanza da essere una struttura geologica a se stante, qui è sorto nel 470 a.c. il primo castello, il Castrum Gironis. E qui si spostò la popolazione dell'antico abitato di Geronda, in fuga dall'eruzione del 1301, al sicuro da lava, terremoti e dai nemici che arrivavano dal mare. Solo in epoca relativamente recente si è ripreso a costruire in quella che ora è Ischia Ponte.
La vista da qui su è strepitosa! Nella foto puoi vedere il ponte che collega lo "scoglio" all'isola, infilandosi in un tunnel scavato nel Quattrocento. Prima di allora l'accesso all'abitato era possibile solo via mare, da una scala situata sul lato nord dell'isolotto. Il traforo è illuminato da alti lucernari che ne permettevano la difesa: attraverso queste aperture si poteva lasciar cadere olio bollente e pietre su eventuali assalitori.
Nel XVI secolo il castello ospitava quasi 2000 famiglie, più il convento delle clarisse, l'abbazia, il vescovo con il capitolo ed il seminario, il principe con la guarnigione: una piccola città, con ben 13 chiese. Molto particolare quella di San Pietro a Pantaniello, che vedi nella foto, le cui enormi finestre affacciano su uno splendido panorama. Veramente insolita una chiesa così piena di luce! Ma siamo ad Ischia.
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