lunedì 8 ottobre 2012

Monza e Bergamo

Oggi è un po' nuvoloso ma non per questo sono meno piacevoli le passeggiate che compiamo durante il giorno, la mattina in visita a Monza: comodo autobus da Vimercate e in pochi minuti siamo nella città famosa per il suo parco e il suo autodromo.
Ma in città non mancano cose meno note ma sicuramente interessanti. Già all'arrivo in zona Stazione notiamo un'installazione a tema ciclistico sul muro di una casa: è 
"ByBIKE-wall", opera di arte urbana creata nel 2007, con la collaborazione di allievi e insegnanti delle scuole elementari di Monza, composta da sette biciclette ancorate al muro, scelte e colorate dai bambini
In via Italia incontriamo la Chiesa di Santa Maria in strada: sorge su un antico convento di frati Francescani, presenta una facciata a capanna, in mattoni, ricca di elementi e decorazioni. È composta da fasce orizzontali separate da cornici. Il portale è composto da un arco in cotto e da spalle e architrave in marmo di origine ottocentesca. Sopra il portale si trova una fascia di finte edicole che riportano alcune tracce di affreschi trecenteschi, tranne per quelle centrali, che sono tre finestre. Più su il rosone centrale in cotto, fra due bifore ad arco acuto.
Ci affacciamo dal Ponte dei Leoni per uno sguardo al fiume Lambro che attraversa la città: sembra decisamente in secca, ma di questi tempi non si può mai dire...
I lungofiume sono solo pedonali e ospitano molti graziosi locali.

Lungo la via Lambro, incastrata fra le case, ecco la torre detta di Teodolinda, del XIII secolo: Porta Lambro. Era parte della struttura difensiva della cinta muraria medioevale, successivamente utilizzata come porta per il transito delle merci dal fiume Lambro alle piazze centrali e ora come abitazione privata.
A pianta quadrata, è alta quattro piani, il pianterreno ha una volta a botte ed è attraversato dalla stessa strada. Conserva tutte le strutture difensive che ne facevano un inespugnabile baluardo: la merlatura guelfa, i beccatelli con le piombatoie, le feritoie. Sotto l'arco, al centro, l'estrema difesa: una caditoia che serviva a rallentare l'attacco degli assedianti che avessero superato la porta...

...noi l'attraversiamo: quando questa era una delle porte di accesso alla città non doveva essere facile entrare senza passare un attento controllo. "Alt! Chi siete? Cosa portate? Un fiorino!" Beh, forse non un fiorino: qual'era la moneta corrente da queste parti, all'epoca?
Ecco un edificio dalla struttura inconsueta: le parti aggettanti sono chiuse da muri leggeri, riquadrati in legno, la cosiddetta intelaiatura a traliccio. Si tratta di uno scheletro in travatura di legno le cui lacune sono riempite con vari materiali, in questo caso con mattoni di cotto. È un'architettura tipica dell'Europa Centrale e delle nazioni germaniche, dove venne utilizzata comunemente dal Medioevo all'Ottocento.
Nella foto a destra puoi vedere il particolare di una trave di sostegno decorata in testa da una faccina in bronzo.
Non potevamo evitare di affacciarci sulla piazza del Duomo, un po' in disparte, tranquilla e chiusa al traffico.  Nel Duomo si conserva la Corona Ferrea che, secondo la tradizione, contiene uno dei chiodi usati per la crocefissione di Cristo. La Chiesa riconosce il carattere di reliquia alla Corona, che proprio per questo è normalmente conservata nel Duomo, nella Cappella di Teodolinda, nel transetto di sinistra. Ma non oggi, che è in atto un restauro. Il campanile possiede un concerto di 8 campane con la caratteristica di suonare a "slancio", un'eccezione nella Diocesi di Milano, che invece usa il sistema "Ambrosiano". Ma d'altro canto anche il rito che si celebra a Monza non è quello Ambrosiano, che vige nel resto della diocesi, bensì quello romano.
Nel pomeriggio ci spostiamo a Bergamo. Bergamo alta, naturalmente.
Ne restiamo affascinati! Ci mischiamo ai numerosi turisti: chi avrebbe mai detto che questo luogo fosse così tanto bello!
Nella grande piazza principale, sotto un largo porticato che sicuramente ospitava il mercato, restiamo colpiti da un calendario
 solare di marmo bianco incastonato nella pavimentazione. 
Proprio difronte la basilica di Santa Maria Maggiore, duomo di Bergamo.
L'edificio è particolarmente eclettico: strati e strati di stili diversi che si sono sovrapposti nei secoli, sia all'esterno che all'interno.
Sulla parete della navata destra un affresco trecentesco, "l’Albero della Vita", è in parte ricoperto da un enorme dipinto: ne resta la documentazione fotografica eseguita quando l'opera più recente è stata rimossa per essere restaurata. Sul lato opposto all'altare maggiore, a 12 metri di altezza, è normalmente collocato il gigantesco "Passaggio del Mar Rosso" di Luca Giordano: al momento è abbassato fino a terra per il restauro, che può essere seguito attraverso una parete di vetro. Una curiosità: l'opera fu eseguita nel 1681 a Napoli e trasportata via mare, passando prima da Venezia e presumibilmente poi fatta risalire lungo il Po. Le dimensioni del dipinto, 5 metri per 6,
 oggi richiederebbero un grosso Tir.
La nostra attenzione è attratta da un pannello in legno intarsiato, disegnato da Lorenzo Lotto, con una curiosa scena, dal simbolismo decisamente inconsueto in una chiesa: un'allegoria della falsa conoscenza, in bilico fra una visione secolare ed una religiosa!
Come non provare il dolce tipico di Bergamo, la polenta e osei? Si fa con farina gialla, fecola di patate, zucchero, uova, limone, Maraschino, marmellata di albicocche e pasta di mandorle. Ma ci sono diverse varianti: già da una pasticceria all'altra vediamo che il dolce si presenta diversamente...
Prima che faccia buio facciamo in tempo a fotografare questi ricchi comignoli, tutti diversi, che ornano una casa e si stagliano sul cielo nuvoloso: ci sarà un camino in ogni stanza!

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