martedì 14 agosto 2012

Nepi


Passeggiata nel tardo pomeriggio a Nepi: anche qui siamo già stati diverse volte e anche qui ci piace tornare, un po’ per mostrare ai parenti un luogo di bellezza ma anche per scoprire, come inevitabilmente accade, nuovi angoli a noi ignoti.

Entriamo perciò da una porta secondaria, in piazza dei Bersaglieri, una zona pedonale che affaccia su una forra profonda. Sotto i nostri piedi scende una cascata, alimentata dall'acqua del fossato. Sullo sfondo c’è la bella torre che in precedenza ci era sempre rimasta nascosta. Per uno stretto passaggio si accede all'interno delle mura. Tutto è avvolto nella magica luce del tramonto e sembra emergere da un lontano passato: ci aspettiamo di vedere armigeri e carri, ma presto arriviamo a calpestare l’asfalto ed emergiamo nel presente.
Un presente relativo, forse un passato meno antico: belle case cominciano ad illuminarsi e possiamo ammirarne gli interni, i soffitti a cassettoni, le decorazioni, come se tutto si fosse nuovamente fermato anche se questa volta ad un secolo fa. La luce particolare ci consente di prendere delle foto che sembrano acquarelli! D'altronde qui sono venuti grandi pittori e forse della loro arte ne è rimasta traccia nell'aria.
E' un posto particolare, Nepi, forse perché da qui è passata la storia, quella vera. Fondata cinquecento anni prima di Roma, l’antica Nepet  ne ha viste di tutti i colori: saccheggiata più volte durante le invasioni barbariche, conosceva nell'alto medioevo un periodo di notevole splendore perché attraversata dalla via Amerina e nell’VIII secolo era potente al punto di mandare contro Roma un esercito, assoggettare la città eterna e far nominare papa il fratello di Totone, Duca di Nepi. Nel 1002 qui moriva Ottone III di Sassonia, il restauratore del Sacro Romano impero, nel 1244 Federico II l’assediava, nel ‘400 Lucrezia Borgia ne era governante, nel ‘500 a Nepi si costruivano splendidi edifici, nel ‘700 i francesi l’assediavano e così via fino al 1870, quando veniva unita al Regno d’Italia. 
Vien fatto di pensare che tanti avvenimenti lascino una traccia, come una registrazione su un vecchio nastro magnetico che spunta fra le antiche pietre e si svolge nel presente, influenzandolo, modificandolo... 
Toh, ecco là il Valentino che saluta l'amata sorella Lucrezia, alla quale ha fatto appena uccidere il marito... ehi, ma come è possibile?

Nessun commento:

Posta un commento