giovedì 16 agosto 2012
Monte Gelato
Monte Gelato lo avrai visto un sacco di volte: ci hanno girato film a decine, a cominciare da Rossellini nel ’50, e poi pubblicità a non finire. E’ un posto affascinante con tantissimi scorci, buoni per ambientare scene di antichi romani come di cowboy, ma anche adatti a fare da sfondo a storie in costume medioevale.
Un tempo ci venivamo a fare il bagno, l’acqua era freddissima (da cui il nome) e pulita: un vero refrigerio bagnarsi in qualche calda giornata di trenta anni fa. Poi per molto tempo ci siamo affacciati solo per mostrare il luogo ad amici e parenti.
Negli anni Monte Gelato ha attraversato periodi buoni e cattivi, stagioni in cui era luogo frequentatissimo dai bagnanti domenicali, richiamati anche dalla facilità di accesso e di parcheggio, che lasciavano scie di immondizie e tracce distruttive del loro passaggio. Ma anche momenti di frequentazioni più “costruttive” quando il parco della Valle del Treja è stato istituito, nel 1982, e la zona sistemata adeguatamente o quando a fine anni ’80 archeologi italiani e britannici hanno condotto l’ultima campagna di scavi nella zona.
Ora in questo pomeriggio di Agosto Monte Gelato appare un po’ polveroso (non piove da due mesi) ma sempre fresco, con qualche gitante, qualche albero caduto e lasciato lì, qualche attrezzatura in più che non ricordavamo, sempre quel tanto selvaggio ma col mulino restaurato, i passaggi e i sentieri tutto sommato puliti (qualche bottiglia di plastica, è vero, ma la stronzaggine, come dice una nostra amica, è apolide e omogeneamente diffusa a tutte le latitudini), il ristorante chiuso, l’agriturismo in ferie (non siamo mica in estate!). Purtroppo ci è impossibile inoltrarci più di tanto, visto che nessuno ha pensato ad attrezzare percorsi per disabili: chi può del gruppo va a scattare qualche foto alla cascata dalle rive un tanto impantanate e dall’odore un po’ melmoso. Fosse per noi, questo posto avrebbe un aspetto più curato.
Per risolvere il sopravvenuto senso di delusione e... l’appetito, ci dirigiamo verso il lago di Bracciano, attraversiamo Trevignano e raggiungiamo la trattoria Vicarello, nell’omonima località: un ambiente semplice, con pochi tavoli, grande cortesia della famiglia (perché è una famiglia) che ci ospita sotto il pergolato, all’aria fresca di questa bella serata. Di fronte i resti ben conservati del borghetto con una graziosa chiesetta, non visitabili a quest’ora tarda. Come quasi sempre accade, abbiamo fatto la scelta giusta: linguine al baccalà e tonnarelli allo speck, coregone alla piastra e anguilla alla cacciatora sono di nostro gusto e la nostra piccola comitiva può accomiatarsi soddisfatta.
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