sabato 14 settembre 2013
Oriolo Romano
A Oriolo ci andiamo di proposito, non come di solito accade che nei posti ci arriviamo per caso. Ma eravamo diretti al mercato contadino del secondo e quarto sabato del mese, non alla Sagra del fungo porcino che si tiene oggi qui. Insomma, questa sagra ci capita, come spesso ci capitano le cose buone, e noi di buon grado ci adattiamo: chiamiamo subito i figli perché vengano a mangiare con noi, e nel frattempo ci aggiriamo per le numerose bancarelle, non molto contadine, tipiche di ogni sagra che si rispetti. C'è di tutto e finiamo per comprare un sacco di cose: dalla piantina di lavanda prodotta in loco alle liquirizie di Atri, dall'alimentatore cinese per pc alla frutta candita...
Oriolo lo conosciamo già da tempo: è un grazioso paese di impianto rinascimentale, i cui primi abitanti, venuti qui su invito del signore del luogo, Giorgio Santa Croce, erano di origine umbra, cosa che dicono si possa ancora riscontrare in talune inflessioni dialettali e usi culinari e folcloristici. Il paese è molto ben tenuto e la sua origine "recente" lo distingue nettamente dai borghi medievali tipici del Lazio: strade ampie e dritte, edifici ariosi, assenza di robuste fortificazioni. Qui nei pressi ci sono appunto i ruderi medievali della bella e magica Canale Monterano, che merita senza meno una visita.
Il vicino bosco fornisce la materia prima per la sagra di oggi e noi non ci facciamo pregare, saggiando tutte le possibili declinazioni del porcino: fritto, al sugo bianco per condire le fettuccine, col ragù, con lo spezzatino, con l'arista, nel pane... Fortunatamente la manifestazione si svolge per due fine settimana consecutivi: non è detto che sabato prossimo non si torni da queste parti per meglio approfondire!
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