sabato 8 giugno 2013

Montefiascone e Bolsena


Siamo a Giugno inoltrato ma solo oggi il tempo sembra stabilizzarsi e offrire finalmente una giornata senza nuvole e cupi presagi di pioggia e tempesta! 
Si va al lago, dunque, e per una volta superiamo i confini della provincia e andiamo a bagnarci nel lago di Bolsena... almeno nelle intenzioni. Provenendo da Orte e percorrendo strade interne, giungiamo prima a Montefiascone, che dall'alto domina il lago.
Ci fermiamo a visitare la bella Basilica di San Flaviano, al margine del territorio comunale, sull'antica via Francigena.
Originariamente di impianto romanico, nel XIV secolo la chiesa fu arricchita con una facciata gotica e nel secolo successivo furono costruite le cappelle presenti sul lato sinistro. Qui è sepolto lo "scopritore" del vino locale, l'EST! EST! EST!, sulla cui tomba si può leggere l'iscrizione che così (grosso modo!) lo ricorda: morto per il troppo EST! qui giace il mio signore Johannes Defuk.
Entrando dai tre rosoni, la luce esterna lambisce gli archi, le colonne, accarezza le pareti di pietra, si infila nella trama del tetto: bellissimo!

La particolarità dell'edificio è nella struttura a due piani sovrapposti, due chiese una sull'altra. Si accede direttamente al piano superiore da una strada laterale. Le due chiese sono disposte una in senso contrario all'altra: la facciata della superiore è sul retro di quella sottostante.
Il piano superiore, decisamente spoglio, ospita un grande organo a canne. Un'ampia balaustra centrale si affaccia nella chiesa inferiore. Interessante, sulla parete di fondo, la seduta in pietra, quasi un trono, che puoi vedere nella foto a lato.

Proseguiamo verso Bolsena e lì giunti, sulle sponde del lago, il primo pensiero è... di provare la cucina locale! E' vero, si era detto di andare a fare il bagno ma tutto sommato la temperatura non è adeguata e l'ora sembra più adatta a sperimentare i tagliolini al pesce di lago e il risotto di mare de La Sirenetta. Il locale lo scegliamo esclusivamente in considerazione della disposizione dei tavoli, che quasi toccano l'acqua, e della presenza di un grande albero che ci ripara dal sole. I piatti si rivelano buoni: meglio i tagliolini del risotto, non male il coregone alle erbe e la frittura di lattarini.

Ma per giocare a fare gli alternativi prendiamo un prosecco che si rivela pessimo, invece del buon vino summenzionato, che tanto piacque al povero vescovo Defuk da portarlo ad un consumo eccessivo.
A questo serve un blog dove si parla di viaggiucchi e mangiucchi: ad evitare che altri possano cadere nello stesso errore!

La passeggiata dopo pranzo ci porta a girare in lungo e in largo Bolsena... ma non in alto, ché le salite ci sembrano non adeguate ad una corretta digestione. E qui di salite ce n'è un bel po' e molto ripide! Evitiamo dunque il castello che svetta nel punto più alto del paese e ci limitiamo a percorrere la parte pianeggiante, più che sufficiente per un giro che durerà quasi due ore.
Ci beiamo della luce che spiove fra le case, che illumina radente le pietre, che crea giochi e riflessi. Anche un edificio diroccato, una finestra che guarda all'esterno da entrambi i lati, i resti di un camino annerito, con questa luce acquistano spessore, dimensione, corpo e dicono cose che forse non tutti riescono a sentire.

Fra l'altro, siamo attratti da una chiesa che mostra sulla facciata un complicato "stemma": due braccia dai polsi bucati, incrociate sulla teste di un angelo, con sopra una grande corona.
Si tratta della chiesa di San Francesco, edificata nel XIII secolo e originariamente dedicata alla natività di Maria. Anche questo edificio è stato più e più volte rimaneggiato, ma nel dopoguerra il restauro ha giustamente eliminato le sovrastrutture barocche, recuperando le forme gotiche, come il bel portale strombato sormontato da un rosone.

Ma la cosa più strana e sorprendente ci aspetta all'interno: platea di poltrone rosse, palcoscenico, sipario, luci... la chiesa è stata trasformata in un teatro! Il Teatro Comunale San Francesco.
Si sta provando un saggio di danza. Siamo stupiti!

Gira gira per vicoli e piazze, per strade piccole e grandi, una vaga nostalgia mi prende: ora ricordo! in effetti qui c'eravamo già stati... ecco lì c'era la casa... lì il negozio di quell'amico... Sono passati parecchi anni, avevamo un altro spirito, eravamo in un'altra situazione, con altre persone...
Ci mettiamo in cammino verso casa.



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