sabato 1 giugno 2013
Bellegra, più su delle nuvole
Dire "più su delle nuvole" di un paese che supera di poco gli 800 metri può sembrare esagerato. Eppure affacciandosi dal belvedere di Bellegra (niente più che un terrazzino che sovrasta la sede di un'associazione teatrale...) l'altezza sembra enorme e, soprattutto, ci si rende conto che le nuvole sono più in basso, quasi si fosse in volo su un aereo o sospesi in cielo nel cesto di una mongolfiera.
Bellegra è uno di quei paesini dell'Appennino laziale che, pur compresi nella provincia di Roma, sono decisamente isolati dalla Capitale. Eppure poco più di 60 chilometri separano il Palatino da queste viuzze odorose di muschio, particolarmente fredde in un sabato di Giugno che sembra al più Marzo, ma di quei Marzo che "nu poco chiove e n'ato ppoco stracqua: torna a chiovere, schiove, ride 'o sole cu ll'acqua".
E di acqua ne viene giù in abbondanza: bisogna essere un po' matti come noi per decidersi a lasciare la città e intraprendere un percorso fatto di curve, di fossi e di buche (le strade laziali lasciano un po' a desiderare, ultimamente: speriamo nella nuova amministrazione) per andare alla scoperta di questo luogo di cui abbiamo giusto sentito decantare una trattoria, della quale poi non ricordiamo il nome! Ma abbiamo bisogno di aria, di paesaggi e di... tagliatelle! e nulla può fermare una coppia decisa come noi! ci fosse anche il diluvio!
Di paesaggi, nella "città dei panorami", appellativo di cui Bellegra si fregia, ce n'è in abbondanza! dovunque ti affacci boschi e monti! Scopriamo che qui c'è anche "una delle più importanti manifestazioni carsiche ipogee presenti nella Regione Lazio": la Grotta dell'Arco. Ma si era detto paesaggi e non grotte: quelle le conserviamo per la prossima volta, che già fuori è fin troppo umido! Ci aggiriamo dunque per il paese, dovendo purtroppo constatare che è stato ampiamente rimaneggiato sin dagli anni '60: cerchiamo di capire come doveva essere questo posto quando non c'erano tutte queste orribili case a rovinare i tanto decantati panorami e dobbiamo ammettere che, tolti quei quattro palazzi che svettano testimoniando l'incapacità dei geometri dello scorso secolo, tolte quella ventina di palazzine che dimostrano l'incultura degli architetti odierni, tolto l'orrendo serbatoio dell'acqua, incastrato fra una torre e un edificio medioevale, tolte le ciotole in cemento e gli altri arredi urbani modello costiera romagnola, Bellegra ci piace! e poi da Iole, in via Roma al 60, si mangia veramente bene! la troviamo al primo colpo, senza stare a chiedere ai bellegrani, senza Trip Advisor, senza navigatore satellitare! E' una vera osteria "di una volta", con le tovaglie di carta, il vino sfuso ma buono (Olevano, ovviamente), il pane fragrante e l'anziana proprietaria che si aggira tra i tavoli distribuendo saluti ai conoscenti. Squisite le tagliatelle e ottimi i ravioli (prendiamo sia le une che gli altri), formidabili le polpette e imperdibile la bistecca: qui si può ancora trovare carne di manzo tenera e saporita! Vieni anche tu a provare, ma prenota prima, ché i posti a sedere sono proprio pochi...
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