domenica 24 febbraio 2013

San Gemini


Chiesa di San Francesco
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Palazzo Vecchio e Torre Esperia
Ultimamente la formula "pranzo + passeggiata turistica" ci convince: si punta un paesino nel raggio di 200 chilometri e si cerca di raggiungerlo entro le 13, ci si aggira nei dintorni alla ricerca di un ristorante "giusto" e si pranza adeguatamente, indi si procede con la visita al luogo prescelto, senza dimenticare di prendere un caffè nel bar Centrale (tutti i paesi hanno un bar Centrale, non è possibile altrimenti).

A San Gemini capitiamo proprio bene: in primis il ristorante che adocchiamo si rivela un'ottima braceria e una fiorentina oggi ci andava proprio. In secondo luogo San Gemini è proprio un bel posto, considerato a pieno titolo uno dei borghi più belli d'Italia: nonostante la giornata non  meteorologicamente bellissima, ci permettiamo una lunga passeggiata turistico-digestiva per i suoi vicoli.

Lastricato laterale alle piazze
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Municipio
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Palazzo Santacroce lato esterno


Cominciamo col visitare la chiesa di San Francesco, nella piazza principale, di fronte al Municipio: l'edificio di impianto gotico risale al trecento e un corretto restauro lo ha riportato ad una affascinante semplicità, eliminando le superfetazioni barocche al suo interno. Di grande effetto il soffitto sostenuto da numerose arcate a sesto acuto, tipiche del gotico umbro, e l'abside. Diversi affreschi sono stati sottratti alla corruzione del tempo e restano ancora leggibili. Stupendo il portone ligneo, perfettamente conservato, uno dei più antichi d'Italia.

Passiamo la seconda cerchia di mura attraverso Porta Burgi per accedere al nucleo medievale del paese e alla piazza dove si affaccia Palazzo Vecchio, sede del Capitano del Popolo, dove nella torre Esperia è custodita la campana forgiata da Mastro Matteo, simbolo del libero Comune. Sulla destra la piccola chiesa di Santa Maria ad Incertis (ora intitolata a San Carlo) che ospita un ciborio trecentesco, una sorta di baldacchino con tre archi a sesto acuto che sovrasta l'altare e incornicia un affresco del XV secolo.

Proseguiamo per via Casentino fino alla Taverna del Torchio, giriamo per via del Tribunale, ma il freddo si fa sentire sempre più e decidiamo di tornare indietro lungo una strada lastricata che passa alta dietro le due piazze: un temporale sembra avvicinarsi e sul cielo scuro ora si staglia la pallida facciata del Municipio, decorata con lo stemma cittadino.

Usciamo da porta Romana, non senza aver buttato un occhio al Duomo di San Gemine e alla facciata del palazzo Santacroce, dove è ospitato un albergo. La perturbazione si sta spostando velocemente per lasciare posto al sole che ora illumina di una bella luce dorata la parte posteriore del palazzo. Ci fermiamo nel giardino esterno al paese e restiamo a farci riscaldare dai tiepidi raggi di Febbraio: possiamo così osservare per bene l'edificio e le strutture circostanti e capire facilmente che il palazzo fa parte dell'originaria cinta muraria esterna, tra una torre e la porta.



Panorama con sole e fiocchi di neve
Di qui, anche se non siamo che a trecento metri di altitudine, si domina la zona per lungo tratto: questo borgo fortificato doveva rivestire un aspetto importante negli equilibri strategici del posto. E di certo le sue preziose acque minerali dovevano rendere bene ai suoi abitanti e far gola a più d'uno.

Che strano! Ora nevica col sole. Nella foto puoi vedere la traccia lasciata dai fiocchi, come piccole stelle cadenti.

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