sabato 28 settembre 2013

Otricoli e Narni


 Oggi siamo a Otricoli, in provincia di Terni: il primo lembo di Umbria lungo la Flaminia.
Mangiamo all'Antico Borgo, in una vecchia stazione di posta, che oramai conserva solo il porticato e una lapide con le tariffe praticate per il servizio nel 1823.

Otricoli ha un borgo molto grazioso e ben curato, dove il tempo sembra sospeso: se non fosse per le rare automobili che ti rammentano che ci troviamo in questo secolo, potremmo tranquillamente essere nei primi giorni d'autunno di cento anni fa. Silenzio e tranquillità, anziani seduti a chiacchierare al sole, un panorama che non mostra segni evidenti di modernità. Parliamo a bassa voce per non disturbare questo momento quasi magico...  
Non siamo arrivati qui seguendo strette strade di campagna ma percorrendo comodamente una deviazione dalla statale, siamo a pochi chilometri da casa nostra e non distanti dalla "civiltà" della capitale. Di qui devono trovarsi a passare i turisti diretti alla vicina Narni: come mai non si fermano? Come mai il grande e moderno ristorante fuori dal paese, dotato di vasto parcheggio, è assolutamente deserto in un bel sabato di sole? I "flussi" turistici seguono percorsi e hanno preferenze difficili da comprendere...
Eppure qui c'è molto da vedere. Qualche anno fa ci siamo trovati a visitare i resti della vicina Ocriculum, a pochi chilometri, lì dove sorgeva un importante insediamento romano: un porto fluviale, un anfiteatro, le terme, il teatro... Abbastanza da fare la felicità di qualsiasi operatore turistico, albergatore, ristoratore o venditore di souvenir! Ma non c'era un'anima! Anzi, faticammo a trovare il custode...
E non devono esserci mai stati molti custodi a guardia delle rovine, in passato, se così tanti stipiti, architravi, statue, bassorilievi, lapidi, capitelli, colonne ornano l'attuale Otricoli. In definitiva, piuttosto che abbandonati in mezzo alla campagna, questi reperti almeno qui sono visibili.

Tutt'altro discorso per la non distante Narni: ben più grande e vivace, trafficata e frequentata, a tratti decadente, con un bel corso, negozi affollati, qualche saracinesca abbassata, molti ristoranti, tanti bar, B&B e affittacamere. Si percepisce, come ormai un po' ovunque, una nota triste, anche se poi la gente non manca, i turisti ci sono e sgranano raffiche di flash contro qualsiasi cosa abbia un briciolo di storia, i tavolini in piazza sono occupati dai clienti e perfino il museo non piange in questo sabato di fine settembre. 
Noi tiriamo un po' di foto per non essere da meno dei giapponesi, ma decisamente non c'abbiamo le physique du rôle: turisti si nasce! Noi al più andiamo bene come passanti curiosi. Infatti non resistiamo dall'infilarci in chiesa per assistere alle prove del coro: suggestivo.
Un gelato artigianale "con ingredienti locali" (mah! non sapevo che qui coltivassero il cacao e la vaniglia...), una sbirciata ai prezzi delle case (con un centinaio di migliaia di euro potremmo pure trasferirci in una casetta da queste parti), un pensiero lasciato sotto la lapide che segnava la sede del PCI sul corso (c'è anche quella della DC e del PSI, anche se crediamo che quest'ultima sia ben precedente all'avvento di Bettino) e poi si torna a casa, ché c'è da preparare la cena.

domenica 22 settembre 2013

Riva dei Tarquini


Fra Tarquinia e Montalto di Castro, Riva dei Tarquini è una località poco nota e abbastanza tranquilla. Non che ci sia molto oltre due campeggi, un bar e un ristorante, ma la cosa non ci preoccupa, anzi! Il mare da queste parti è abbastanza bello e l'ultima domenica d'estate va festeggiata con un tuffo. Arriviamo in tarda mattinata, consapevoli che a fine stagione è meglio attrezzarsi: panini e frutta, ombrellone e sdraio.
Infatti nonostante la bellissima giornata c'è pochissima gente e il ristorante sulla spiaggia è chiuso: non si può pretendere che stiano aperti solo per noi. Ci sistemiamo sulle stuoie, contenti di quel che abbiamo messo previdentemente in borsa. Giusto un caffè al bar deserto, ma ci tocca svegliare il gestore che stava facendo una pennichella al sole.
Il mare fuori stagione è sempre bello, ma oggi lo è ancora di più: fa ancora caldo, la spiaggia è ancora pulita, ancora non c'è quel po' di tristezza che sempre aleggia nei luoghi solitamente molto frequentati quando per un motivo o per l'altro si spopolano.
Ci fermiamo fino a tardi, che il sole qui tramonta "dalla parte giusta".


domenica 15 settembre 2013

Fabrica di Roma e Corchiano


Raccoglitrice di nocciole lungo la Corchianese
 Perché uscire di casa in una domenica uggiosa? Forse perché è mezzogiorno, siamo da soli e non abbiamo voglia di cucinare per due... siamo abituati ad altri numeri! Quindi si parte alla ricerca di un ristorante, di una locanda o di una sagra non troppo distanti. Proviamo ad affacciarci in un misterioso casale sulla Flamina, dove spesso nei weekend vediamo molte auto parcheggiate, ma scopriamo che si tratta di un'Associazione Acretica (il termine non lo trovi nel dizionario e nelle intenzioni di chi lo ha creato vorrà significare non sincretico, appartenente ad un'unica cultura) che si occupa prevalentemente di medicina dei nativi americani... Ottima cosa, sono anche simpatici, ma noi abbiamo un certo appetito e li lasciamo ai loro riti. Magari faremo una capatina qui un altro giorno.
Arriviamo a Civita Castellana, dove sono in corso i festeggiamenti in onore dei santi Marciano e Giovanni: qui sono più tradizionalisti e magari hanno organizzato un banchetto per gli ospiti. Ma niente da fare! Si festeggia solo a cena, a pranzo ciascuno a casa sua. Va be', pazienza. Oltretutto sul palco stanno facendo le prove e la musica che ascoltiamo decisamente non è di nostro gusto. Proviamo altrove.

Basamento di colonna esterna alla chiesa di S.Maria del Soccorso
Andiamo verso Fabrica di Roma (curiosamente in provincia di Viterbo) e proviamo a raggiungere un'osteria che ci hanno segnalato. Ma... lungo questa strada una volta mangiavamo in una trattoria molto buona, che poi aveva rovinosamente cambiato gestione: chissà che le cose non si siano sistemate... Il sesto senso ci dice di fermarci qui, a La Bandita, per dare una nuova chance ad un posto che ci piaceva molto. E ancora una volta non sbagliamo: i vecchi proprietari sono tornati, un po' invecchiati ma sempre bravi! Ottima amatriciana e squisite pappardelle alla bandita!

Altro basamento con un angelo-demone
Dopo un caffè che non sfigurerebbe a Napoli, ci inoltriamo per una stradina di campagna che attraversa la località chiamata appunto Bandita. Per un lungo tratto a sinistra un antico acquedotto a basse arcate. Prendiamo la Corchianese, una di quelle vie che si incrociano spesso e non si percorrono mai. La strada ci porta giù nella valle dove scorre il Rio Fratta. A un chilometro da Corchiano troviamo una zona di antiche sepolture falische. A poca distanza la chiesa rinascimentale di S.Maria del Soccorso, cui è annessa una struttura conventuale che oggi è adibita ad abitazione privata. Alla sommità della corta scalinata d'accesso, quattro colonne dai basamenti decorati a bassorilievo, anche con motivi di una certa originalità.
Ci rimettiamo in viaggio verso casa giusto in tempo per scansare un temporale che sta per abbattersi sulla zona: meglio passare il resto del pomeriggio davanti ad un pc caldo!

sabato 14 settembre 2013

Oriolo Romano


A Oriolo ci andiamo di proposito, non come di solito accade che nei posti ci arriviamo per caso. Ma eravamo diretti al mercato contadino del secondo e quarto sabato del mese, non alla Sagra del fungo porcino che si tiene oggi qui. Insomma, questa sagra ci capita, come spesso ci capitano le cose buone, e noi di buon grado ci adattiamo: chiamiamo subito i figli perché vengano a mangiare con noi, e nel frattempo ci aggiriamo per le numerose bancarelle, non molto contadine, tipiche di ogni sagra che si rispetti. C'è di tutto e finiamo per comprare un sacco di cose: dalla piantina di lavanda prodotta in loco alle liquirizie di Atri, dall'alimentatore cinese per pc alla frutta candita...
Oriolo lo conosciamo già da tempo: è un grazioso paese di impianto rinascimentale, i cui primi abitanti, venuti qui su invito del signore del luogo, Giorgio Santa Croce, erano di origine umbra, cosa che dicono si possa ancora riscontrare in talune inflessioni dialettali e usi culinari e folcloristici. Il paese è molto ben tenuto e la sua origine "recente" lo distingue nettamente dai borghi medievali tipici del Lazio: strade ampie e dritte, edifici ariosi, assenza di robuste fortificazioni. Qui nei pressi ci sono appunto i ruderi medievali della bella e magica Canale Monterano, che merita senza meno una visita.
Il vicino bosco fornisce la materia prima per la sagra di oggi e noi non ci facciamo pregare, saggiando tutte le possibili declinazioni del porcino: fritto, al sugo bianco per condire le fettuccine, col ragù, con lo spezzatino, con l'arista, nel pane... Fortunatamente la manifestazione si svolge per due fine settimana consecutivi: non è detto che sabato prossimo non si torni da queste parti per meglio approfondire!

sabato 7 settembre 2013

Soratte e Calcata


Una bella passeggiata sul Soratte è quel che ci vuole per mostrare agli ospiti le bellezze dei dintorni: cominciando da qui si capisce subito che siamo in una zona molto bella e dove ti giri vai bene. Certo, non tutti sono contenti di fare un paio di chilometri a... zampe! Soprattutto se le zampe in questione sono piccole e tenere. Ma a questo serve il miglior amico del cane: a farsi portare in braccio!
Il percorso Vita non è nulla di difficile: c'è chi ci sorpassa, torna indietro e ci sorpassa di nuovo, ma noi non ci facciamo impressionare da tanta prestanza. Quando ne abbiamo abbastanza ci dirigiamo in un altro bel posto, per un the ristoratore.

Eccoci a Calcata: è una tappa d'obbligo per chi capita in zona. Certo, poi ci sono le cascate di Monte Gelato, il lago di Martignano, Trevignano... ma bisogna scegliere: sarà per la prossima volta.
Per ora accontentiamoci di far visitare questo splendido borgo, ricco di storia antica e recente: ad esempio apprendiamo da una lapide in piazza (non ci avevamo mai fatto caso) che i Civitonici qui trovarono rifugio dai bombardamenti del '44.

Ma siamo a Calcata anche per rinfrescarci: ci infiliamo su per delle scalette, fino a La Sala, un locale "molto pittoresco", con una splendida terrazza con vista sulla valle sottostante. Gustiamo ottimi the freddi, gelati e macedonie, una torta squisita: qui non c'eravamo mai stati ed è proprio vero che si finisce per conoscere poco proprio i posti vicino casa.