martedì 29 ottobre 2024

Monterotondo

 

Questo viaggiucchio inizia con qualcosa di leggero e divertente, una delle prima cose che ci capita sotto gli occhi è questo portone ornato da finti grappoli d'uva e soprattutto da due poesie. Siamo in via Dante e questi versi fanno il verso all'Alighieri, mettendoci subito di buon umore


Ci siamo messi in viaggio evitando il consolidato schema "a caso" ma con una meta precisa, Monterotondo. Era da tanto che non venivamo qui ed oggi abbiamo un buon motivo per farlo, scoprire se è vero quel che si dice in giro di Anna e Sandra

Abbiamo saputo di queste due donne, madre e figlia, che qui ancora praticano la magica arte di far da mangiare bene senza atteggiarsi a grandi chef ma preparando ogni giorno nella loro trattoria i piatti sinceri e genuini di una volta. Sandra con una cortesia che temevamo scomparsa ci fa accomodare ad uno dei pochi tavoli apparecchiati con la carta al posto della tovaglia. Rapidamente ci porta degli ottimi bucatini all'amatriciana che sembra aspettassero noi, poi polpette squisite, spezzatino con le patate "come quello di nonna", cicoria e zucchini. Il bianco rigorosamente sfuso non è niente male. Chiudiamo con un buon caffè e per una volta paghiamo il giusto, senza svenarci

sabato 26 ottobre 2024

Pietrasecca


Pietrasecca è un piccolissimo borgo del comune di Carsoli, in Abruzzo. Torniamo qui dopo un paio di settimane per vedere le grotte che la scorsa volta abbiamo mancato per l'eccessivo affollamento. Superata qualche nuova difficoltà (ci vorrebbero delle precise informazioni sul vestiario per non essere costretti ad indossare quello preso a prestito in loco) riusciamo ad accedere al primo splendido livello di questo sito. Rimaniamo a bocca aperta! Ci aspettavamo qualcosa di bello ma questo è molto di più. La guida di Alessandra, una geologa appassionata del suo lavoro, ci è indispensabile per apprendere molti aspetti delle grotte in generale e di questo sito in particolare. Ad esempio non sapevamo che i pipistrelli non son considerati animali cavernicoli pur soggiornando nelle grotte, diversamente dagli animali cosiddetti troglobi che si sono adattati per vivere esclusivamente in ambienti sotterranei


Purtroppo il secondo livello non è visitabile senza la specifica attrezzatura speleologica e soprattutto la capacità fisica di superare ostacoli ben più impegnativi di quelli che agevolmente superiamo (solo una piccola scivolata, prontamente fermata da una stalagmite millenaria) ma dal racconto che ci viene fatto è sicuramente un'esperienza che varrebbe la pena affrontare


Riteniamo più adeguato al nostro stile affrontare gli ottimi gnocchetti con orapi e guanciale croccante che vengono preparati da Terrae Madre, a poca distanza dalle grotte. Da ripetere

lunedì 21 ottobre 2024

Itieli

 

Itieli è vicino e lontano. Relativamente vicino a casa nostra, vicino al capoluogo Terni, molto vicino a Narni di cui è frazione, vicinissimo alla valle sottostante verso la quale degrada a precipizio. Itieli è lontano dal rumore, i suoi pochi abitanti, qualche decina, sono silenziosi e discreti al punto da sembrare assenti. Itieli è lontano dal traffico, l'unica stradina che attraversa il suo centro storico non è percorribile dalle auto. Itieli è lontano dalla fretta: arrivi e subito ti siedi sulla panchina accanto all'ingresso, cammini lento e tranquillo alla scoperta delle pietre, degli scorci, degli oggetti lasciati in giro nella sicurezza che nessuno li porterà via


Itieli è il paese di Franco Leonardi - anzi di Leonardi Franco, ché gli abitanti di qui amano anteporre il cognome al nome - un artista che ha lasciato in ogni angolo del paese le sue opere, il suo segno




A Itieli è esposta la ricostruzione di un’antica catapulta medievale che è stata realizzata dagli allievi dei corsi per Falegnami Mobilieri di Narni. Può non essere un qualcosa di straordinario, strumenti simili li abbiamo visti in altri paesi medievali, più o meno ben fatti più o meno fedeli. Ma trovarla qui, custodita con attenzione sotto una tettoia, in un piccolo giardino pubblico, dà il senso della cura che gli abitanti hanno per il proprio paese, della voglia di renderlo ancora più interessante per chi viene a visitarlo.
Per noi che andiamo abbastanza in giro è difficile trovare un paese, per quanto piccolo, così ordinato e pulito, come se qui fossero sempre in attesa di ospiti che possano giungere inaspettati da un momento all'altro. Ospiti che  qui trovano quiete e panorami, non molto altro.
Per mangiare qualcosa ci spostiamo a Terni, da Graziano: caro ma buono


lunedì 27 maggio 2024

San Polo dei Cavalieri


Questo si che è un viaggiucchio alla vecchia maniera! Sì esce di casa per fare un giro prima di pranzo e ci si ritrova a macinare più di 50 chilometri per fermarsi in un posto "a caso". E il caso vuole che si giunga a San Polo dei Cavalieri, paese sfiorato più volte nei nostri vagabondaggi e mai visitato: c'era sempre una freccia che indicava "S.Polo" che abbiamo ignorato ma questa è la volta buona per dare un'occhiata più o meno approfondita. In 
effetti il tempo per una visita accurata non è poi molto: l'ora è più adatta al pranzo. Convenuto che la scelta è opportuna, avvistiamo un locale adatto alla bisogna e siamo fortunati: nonostante siano le 14 il Braciere ci accoglie senza problemi. Ristorante classico, come piace a noi, senza fronzoli e arredamenti pretenziosi. Panorama stupendo, del quale puoi farti un'idea dalla foto seguente. Tranquillità, cortesia e un buon rosso sfuso (ormai ce ne facciamo bastare un "quartino" in due), ottime pappardelle con cinghiale a pezzettoni (e non macinato!), bistecca di manzo gigante, tenerissima, che avremmo giusto preferito servita su una pietra calda, vista "l'estensione".


Dopo pranzo San Polo si mostra senza fretta, in una lunga passeggiata.
Su tutto domina il Castello Orsini-Cesi-Borghese, imponente e in perfetto stato, attualmente di proprietà privata. L'impianto medievale rivela i suoi dieci secoli di vita: le torri merlate semicircolari mostrano ancora le caditoie da adoperare per tenere lontani gli assedianti. L'edificio, sede di fondazione nel 1603 dell'Accademia dei Lincei, ospitò Galileo Galilei.
Il resto del paese è discretamente abitato e abbastanza ben conservato ma diverse case sono in vendita, qualcuna in stato di abbandono. Ci aggiriamo con curiosità contando i bidoncini della differenziata, sicura spia della presenza di abitanti. Certo è che questi oggetti sono disturbanti e per nulla invisibili: la raccolta porta a porta ha inciso negativamente sull'aspetto dei centri storici. Comunque il fascino delle antiche mura è sempre apprezzabile, anche quando sono disposte lungo strette scalinate che si intrecciano con pericolose pendenze. Purtroppo per fare i viaggiucchiatori ci vuole spirito ma anche buone gambe!

sabato 11 maggio 2024

Nepi

A Nepi si può godere di una splendida vista ma solo se si sale sulla torre del castello. Non esiste un altro punto di osservazione così alto ma costa sudore salire salire fin sugli spalti. Il panorama ripaga della fatica
Il castello, detto anche Rocca dei Borgia, ha una storia che si perde nei secoli. Sicura è la datazione al secolo XI della torre quadrata che è ora inglobata nel mastio circolare che noi faticosamente abbiamo scalato. Lo stato di conservazione non è certo ottimale

Nepi offre anche interessanti vestigia sotterranee: nella Cattedrale di Nepi è da vedere la cripta ad oratorium, sorretta da 24 colonne, che risale all’XI secolo. Interessante il Portico della fine del XV secolo, costituito da tre archi a tutto sesto con due colonne di granito

C'è dell'altro: nei pressi del cimitero è possibile visitare le catacombe di epoca romana che conservano ancora qualche porzione di affreschi
 

martedì 7 maggio 2024

Isola Farnese

Ci siamo passati accanto più volte ma non avevamo mai visitato questo luogo isolato eppure vicinissimo alla grande città che lo circonda. Lasciando la Cassia dalle parti di La Storta, ci si inoltra per un paio di chilometri come per andare verso le rovine di Veio e, proprio dove la strada piega a sinistra per scendere verso il sito, si scorge in alto il castello di Isola Farnese. Fermiamo qui l'auto e ci inerpichiamo lungo la scalinata che sbocca nella piazzetta davanti l'arco di accesso al borgo medioevale. Pur trovandoci praticamente a Roma, veniamo proiettati indietro nel tempo, quando nelle zone periferiche si attendeva l'arrivo degli ambulanti per fare la spesa: un camioncino di frutta e verdura è attorniato dai compratori, come qui deve essere sempre stato e ancora adesso è.
Passiamo l'arco ed entriamo nel borgo


Visto da vicino il castello sembra meno imponente, più simile ad una raffinata residenza patrizia, molto meno imponente di come appare in questa stampa ottocentesca


Il borgo è molto piccolo, vi abitavano coloro che lavoravano per i signori del castello, ancora adesso occupato da una nobile famiglia: riusciamo a scorgere il signor marchese che impartisce ordini ad un operaio che sta lavorando ad una dependace dell'edificio principale
Scambiamo due chiacchiere con un'anziana residente: lei qui ci è nata e conosce fatti e aneddoti del luogo. Ci racconta della semplice vita che si svolgeva al servizio dei castellani
Fuori dalle mura le più recenti e semplici abitazioni dei braccianti che lavoravano nei campi della vasta proprietà. Molte di queste case sono diventate seconde abitazioni di romani che vogliono trovare qui, a due passi da Roma, anzi, dentro la città, i sapori di una volta


giovedì 2 maggio 2024

Calcata

 

Casa nostra è a due passi da Calcata eppure veniamo qui di rado. 40 anni fa non abbiamo scelto di abitare qui perché ci sembrava un luogo disabitato e troppo silenzioso per noi che venivamo dalla grande città, ora è un borgo fin troppo affollato, inaccessibile nei fine settimana, pieno di ristorantini pieni di turisti. Eppure resta un luogo affascinante, che riesce a suo modo ad apparire ancora originale, con le sue casette di tufo a volte un po' rabberciate, i suoi personaggi ormai invecchiati ma che sembrano essersi cristallizzati nel tempo, le insegne dei locali storici che non ci sono più, i vicoli dove risuonano i nostri passi in un'atmosfera sospesa.
Oggi è un giovedì e possiamo goderci il paese quasi come se fossimo ancora negli anni '80, quando per la prima volta ci siamo affacciati fra queste pietre seguendo il suono di una banda che suonava nella nebbia di un mattino di primavera


sabato 6 aprile 2024

Celleno


Siamo a Celleno per una passeggiata fra i ciliegi in fiore: la coltivazione di questa pianta è molto diffusa in zona e i cellenesi ne vanno fieri. L'evento è organizzato dalle associazioni di coltivatori e siamo accompagnati da un botanico che si prodiga in spiegazioni e aneddoti. Siamo un bel gruppo, numeroso e disomogeneo, facciamo un gran chiasso sciamando lungo gli sterrati e nei frutteti ma qui devono essersi abituati ai turisti e i passanti quasi non fanno caso a noi che spezziamo il silenzio di questo luogo tranquillo. Cammina cammina dopo un po' ci stanchiamo e non è il panchinone sul quale arrampicarsi a risolvere il problema: abbandoniamo i nostri compagni di ciliegie e andiamo a fare un giro nel paese, anzi, nel "Borgo fantasma". E con un certo sgomento scopriamo che fantasma lo è davvero!


Nel 1931 un forte terremoto aveva gravemente danneggiato il paese. In pratica del borgo medioevale era rimasto in piedi ben poco, il resto fu demolito vent'anni dopo per evitare che la gente continuasse a ricoverare gli animali fra le rovine pericolanti. Il castello Orsini fu restaurato a partire dagli anni '70 dal pittore Enrico Castellani che, innamoratosi del luogo, ne fece la sua dimora.
Un gentilissimo volontario, il signor Mario, ci dà molte informazioni su Celleno e sulla sua storia. Visitiamo la mostra degli oggetti che sono stati recuperati e permettono di immaginare la vita di questo paese che la storia non ha ignorato: ricordiamo che di Celleno era un volontario garibaldino, Giuseppe Taschini, morto in battaglia vicino Civita Castellana, probabilmente avo di un nostro amico di qui