martedì 7 maggio 2024

Isola Farnese

Ci siamo passati accanto più volte ma non avevamo mai visitato questo luogo isolato eppure vicinissimo alla grande città che lo circonda. Lasciando la Cassia dalle parti di La Storta, ci si inoltra per un paio di chilometri come per andare verso le rovine di Veio e, proprio dove la strada piega a sinistra per scendere verso il sito, si scorge in alto il castello di Isola Farnese. Fermiamo qui l'auto e ci inerpichiamo lungo la scalinata che sbocca nella piazzetta davanti l'arco di accesso al borgo medioevale. Pur trovandoci praticamente a Roma, veniamo proiettati indietro nel tempo, quando nelle zone periferiche si attendeva l'arrivo degli ambulanti per fare la spesa: un camioncino di frutta e verdura è attorniato dai compratori, come qui deve essere sempre stato e ancora adesso è.
Passiamo l'arco ed entriamo nel borgo


Visto da vicino il castello sembra meno imponente, più simile ad una raffinata residenza patrizia, molto meno imponente di come appare in questa stampa ottocentesca


Il borgo è molto piccolo, vi abitavano coloro che lavoravano per i signori del castello, ancora adesso occupato da una nobile famiglia: riusciamo a scorgere il signor marchese che impartisce ordini ad un operaio che sta lavorando ad una dependace dell'edificio principale
Scambiamo due chiacchiere con un'anziana residente: lei qui ci è nata e conosce fatti e aneddoti del luogo. Ci racconta della semplice vita che si svolgeva al servizio dei castellani
Fuori dalle mura le più recenti e semplici abitazioni dei braccianti che lavoravano nei campi della vasta proprietà. Molte di queste case sono diventate seconde abitazioni di romani che vogliono trovare qui, a due passi da Roma, anzi, dentro la città, i sapori di una volta


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