lunedì 22 aprile 2019

Vitorchiano


Una pasquetta umida e senza sole: non ci sembra il caso di impegnarci nella tradizionale scampagnata e decidiamo per una gita "dove capita lì ci fermiamo". È un sistema sicuro e collaudato: "dove capita" è sempre un posto interessante.


L'autostrada promette lunghe file stressanti, quindi lasciamo perdere e percorriamo le strade secondarie che vanno verso Viterbo. A Bomarzo c'è l'iradiddio di gente che invade anche la statale, nonostante il cielo non prometta che pioggia. Proseguiamo e arriviamo a Vitorchiano.



Non c'è un motivo particolare che ci spinge a fermarci, ma questo è di sicuro il posto giusto di oggi. La sua particolarità è che qui non siamo mai venuti prima. E un po' ce ne dispiace, perché ci mettiamo poco a scoprire che Vitorchiano ha un centro storico interessante, ordinato e pulito, dove gli edifici mantengono una buona omogeneità, senza troppi "orrori" ed errori di restauro, pochi negozi, ancor meno aperti in questa giornata di festa. Un luogo che subito ci piace.
Ah, e fanno anche una buona pizza - romana, ma potrebbero evolversi con poco sforzo - da La Grotticella.



Purtroppo la pioggia non ci aiuta nell'esplorazione. Non troviamo il moai in piperino che pure dovrebbe essere da qualche parte... sì, hai capito bene: proprio un moai come quelli dell’Isola di Pasqua, scolpito da indigeni Maori per una sorta di gemellaggio fra Vitorchiano e Rapa Nui. In compenso sotto la galleria di Porta Tiberina scopriamo una curiosa inscrizione settecentesca: parla di un'epidemia di peste del 1711. Il contagio, partito da Messina, sarebbe arrivato fin qui, dove forse c'era un posto di blocco per chi veniva da sud - "le guardie" - che riuscì a fermare degli appestati. Tempi bui, quasi più dei nostri!



Qui l'acqua non manca mai: si comprende dalle numerose fontane pubbliche e da questo lavatoio, dove viene convogliata l'acqua che sgorga libera più a monte.



Aggirarsi per i vicoli con questo tempo non è molto divertente, eppure c'è chi si trattiene tranquillamente a inzupparsi sotto la pioggia.


Decidiamo di terminare questa uggiosa giornata davanti al nostro camino: un ultimo scatto ad uno stemma che riporta la sigla SPQR, in ricordo dell'amicizia fra la città e Roma, e ci rimettiamo in viaggio, evitando con cura le strade trafficate che riportano a casa i delusi di questa pasquetta.




1 commento:

  1. L'anno inciso è il 1743... E la scritta si vede molto bene anche nel film L'armata Brancaleone, girato in parte anche a Vitorchiano.

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