domenica 6 maggio 2018

San Giovanni Valdarno


Oggi in vista ad uno dei figli, trasferitosi - un tempo si sarebbe detto emigrato, ma ora il termine crea confusione - a San Giovanni Valdarno, ridente cittadina toscana. Forse "cittadina" non è il termine corretto per definire quel che col nome di Castel San Giovanni fu nel Trecento un presidio militare di rilievo e poi sul finire dell'Ottocento un importante centro industriale. Ma la storia passa con ferocia e durante la seconda guerra mondiale distrugge buona parte della città e delle strutture produttive. San Giovanni risorge nel dopoguerra e poi negli anni '70 anche il suo centro storico viene recuperato, così che oggi noi si possa viverlo e goderlo appieno.


Il duecentesco Palazzo Pretorio, meglio noto come Palazzo d'Arnolfo dal nome del suo architetto Arnolfo di Cambio, guarda da una parte Garbaldi, immortalato nel bronzo, e dall'altra la basilica di Santa Maria delle Grazie.
Come ti dicevo la guerra qui ha fatto danni enormi e ha portato via anche un bel pezzo della basilica, la grande cappella settecentesca, sostituita negli anni '50 da un'orribile struttura in cemento armato. L'edificio della basilica ingloba la porta di San Lorenzo e dista poco dalla più antica chiesa dedicata al santo, dove restano affreschi di Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia, il fratello veloce di Masaccio.

Masaccio che qui era di casa, anzi ci era nato e visse parte dei suoi 27 anni. Piazze, scuole, cinema e teatri sono intitolati all'illustre cittadino, e anche questa lapide che rappresenta l'opera del maestro.
Dovremo meglio indagare il luogo, che ad un primo esame risulta molto interessante, ma in futuro non dovrebbe mancare occasione.

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