sabato 29 settembre 2012

Roma, Ponte Milvio e Circo Massimo


 Per l'ultimo week end di Settembre - praticamente è ancora estate - un tuffo a Roma, così vicina ma così lontana dai nostri abituali itinerari di viaggiucchio.
Prima sosta a Ponte Milvio, da qualche tempo zona di movida romana, fortunatamente a quest'ora (sono le 13 e 30) e soprattutto in questa caldissima giornata, praticamente un deserto. Un occhiata, ma giusto una, alla chiesa della Gran Madre di Dio e subito ci tuffiamo in un piccolo locale, il VERO motivo che ci ha attirati qui su indicazione di un amico "sicuro": vogliamo provare I fritti de sora Milvia, all'inizio della via Cassia, praticamente difronte alla chiesona in questione.
Già entrando si comprende che il posto è "giusto": non ci puzza di unto! Tutto è tirato a lucido, la cucina è a vista e possiamo assistere all'impasto delle polpette di bollito, che fra qualche istante saggeremo. La caratteristica importante di questo locale è, oltre alla gran varietà di proposte, la freschezza delle preparazioni: niente roba congelata o preparata altrove e trasportata per la vendita. Dalla padella direttamente nel piatto! E che roba! Degustiamo con gran piacere dei supplì cacio e pepe, delle grosse polpette di melanzane (ma come fanno a tenersi così compatte? dentro ci sono solo... melanzane!), altre più piccole di mortadella e patate e di tonno e patate e le fantastiche polpette di bollito. Con grande senso di responsabilità decidiamo di limitarci "solo" a questi pochi assaggi, anche perché ci aspetta altro...

Ci rimettiamo in moto - letteralmente! - e in pochi minuti siamo al Circo Massimo. Che bellezza poter girare per Roma senza traffico e con due... anzi, tre ruote!
La vista dal bordo del "catino", con lo sfondo delle antiche rovine, offre già un bel colpo d'occhio: una distesa di giallo, il colore della Coldiretti che, insieme a Campagna Amica, ha organizzato Cibi d’Italia, il primo Festival Nazionale dei cibi, delle tradizioni, della cultura e della convivialità. Ci immergiamo in un'atmosfera altamente mangereccia: abbiamo fatto bene a fare quello spuntino a Ponte Milvio, altrimenti qui ci saremmo abbuffati di tutto questo ben di Dio che ci viene gentilmente offerto! Invece riusciamo a limitarci a poche decine di assaggini: mozzarelle, formaggi, salumi di tutti i tipi e di tutte le regioni, vini prelibati, birre artigianali, bruschettine (ottime quelle offerte da Loredana e suo marito, nello stand del Molise, farcite con vari patè ai funghi e ai tartufi, il più appetitoso quello con un trito di mandorle!), specialità sconosciute o strafamose, come gli squisiti cannoli siciliani di Partinico. Un assaggio tira l'altro, la curiosità è tanta! Quel che non riusciamo a saggiare lo compriamo per portarlo a casa, come le mele rugose del trentino e il cioccolato alle visciole marchigiano. Fra gli stand anche mostre di artigianato o di attrezzi da lavoro: ci fermiamo a osservare gli strumenti - quelli di una volta! - del casaro, disarmanti nella loro semplicità eppure frutto di centinaia d'anni di esperienza e tradizione.
Il tempo si sta guastando e la bufera è in arrivo: ci allontaniamo prima del diluvio che si scatenerà presto.

martedì 25 settembre 2012

Castelnuovo, I Templari


Torniamo a Castelnuovo: domenica non siamo rimasti soddisfatti! Cenetta soli soli a un tavolo all'aperto da I Templari: giusto un antipasto misto e una pizza, più che discreta per essere una pizza "romana", ben condita, non troppo "pesante" né salata, buona cottura, formato maxi, tanto da costringerci a chiedere un doggy bag (ai gatti la pizza non piace, si sa, ma a colazione, riscaldata nel microonde, non è malaccio...).
Poi un giretto per il paese, la piazza occupata dalla mole del Castello Nuovo, i vicoli, una capatina nelle stradine esterne e, ad un certo punto, una stana visione: una ragazza vestita da sposa, sola, appoggiata ad una balaustra! Intorno non ci sono fotografi, anzi non c'è proprio nessuno, giusto la luce che viene da una porticina: all'interno si intravedono decorazioni e i resti di una festa... Ecco che sulla soglia spunta lo sposo, spegne la luce, chiude a chiave e i due si allontana mano nella mano... Ma possibile che 'sti due non abbiano uno straccio di amico che li accompagni il giorno del matrimonio? O forse gli invitati sono tutti in quel gruppo di ubriachi che abbiamo visto poco fa in piazza? Gli sposi spariscono alla nostra vista, un'illusione che si perde nelle ombre di questi vicoletti bui.

domenica 23 settembre 2012

Castelnuovo di Porto


Non ci va molto di andare in giro in questo fine settimana: sistemiamo un po' il giardino, montiamo la panchina che giaceva in un angolo da qualche tempo, facciamo qualche lavoretto di manutenzione straordinaria... nel senso che è assolutamente straordinario che si facciano 'ste cose! Domenica sera alla fine siamo stanchi di casa e andiamo a mangiare alla Sagra degli Gnocchi a Castelnuovo di Porto, non troppo distante ma neppure dietro l'angolo. Disgraziatamente è un po' tardi e quasi stanno smobilitando quando, con tutta calma, arriviamo allo stand della cucina a ritirare le nostre porzioni. E nulla possiamo dire di questa sagra tranne che gli gnocchi in questione non sono male, anche se a noi piacciono un po' più consistenti. Per il resto le bancarelle sono oramai chiuse, dal palco fanno gli ultimi saluti, la cassiera conta i soldi, i presenti si attardano a sgranocchiare le restanti braciole, gli addetti cominciano a raccattare i vassoi: deve essere stata una bella festa, probabilmente. L'anno prossimo verremo prima.
Ma andremo anche a Morlupo, dove in concomitanza si è svolta la Festa dei Rioni, con tanto di Cena Rinascimentale alla Corte degli Orsini: il titolo dell'evento ci sembra molto appetitoso... ma questa concorrenza fra paesi vicini non ci piace!

sabato 15 settembre 2012

Lariano Gallicano Monterotondo


Un sabato "impegnativo": più di 200 chilometri in giro per i Castelli e zone limitrofe, dalla mattina fino a tardi.
Cominciamo andando dritti a Lariano, paesotto non distante da Roma, ai margini del Parco dei Castelli che attraversiamo tutto, evitando la troppo ovvia autostrada. Siamo qui per la Sagra del Fungo Porcino, abbondante prodotto dei boschi circostanti. Una sagra che si svolge già da più di vent'anni e che ha oramai acquisito una buona notorietà e un'ottima organizzazione. Lariano è famoso per il suo pane, veramente ottimo, che provvediamo a comprare subito. E non manchiamo di acquistare anche del buon caciocavallo "dell'asino", uno squisito formaggio lucano.Le numerose bancarelle ci tentano, ma riusciamo a limitarci a un paio di forbici a cinque lame (sic!), a delle spezie indiane e a delle sfogliatelle napoletane. Ci fermiamo ovviamente a gustare delle ottime tagliatelle ai porcini, degne di un ristorante quotato! Anzi, onestamente non ne abbiamo mai mangiate di così buone: incredibile!
Ripartiamo per visitare un po' la zona: lo sappiamo, non è serio abitare vicino Roma e non conoscere a menadito i Castelli, ma nonostante tutto non siamo vicinissimi e venire da queste parti ci capita di rado.
Ci fermiamo a Gallicano: "gallus canit" recita la scritta che campeggia sotto al gallo, simbolo del paese. Un paese più piccolo del precedente ma non privo di bei punti di osservazione e scorci gradevoli. Ci fermiamo a fotografare le molte porte "interessanti", le insegne dei negozi, i vicoli. Nonostante la vicinanza con la Capitale, Gallicano è un po' ferma nel tempo, almeno nel suo centro storico, molto vissuto, pieno di panni stesi, piante alle finestre, vecchi seduti al bar, voci di bimbi che filtrano dalle finestre. Non spiacevole, anche se aggirandoci per le strade crediamo di percepire quali possano essere i problemi di convivenza degli abitanti del luogo.

Nel tardo pomeriggio siamo a Monterotondo, per la festa di SEL: ci aspettano degli amici, anzi, finisce che siamo noi ad aspettare loro. Una festa non grandissima ma vivace e piena di iniziative interessanti, dallo scambio di libri alla lettura in pubblico. Ovviamente ci sono le classiche raccolte di firme, il comizio, il concerto: tutte quelle cose che non possono mancare in una festa popolare e politica, inclusa la salsicciata, alla quale partecipiamo convintamente. Lungo dibattito più privato che politico con gli amici a chiusura della serata e poi ci si lascia fino a venerdì.

domenica 9 settembre 2012

Ficulle Monteleone d'Orvieto Città della Pieve

Una domenica in Umbria per rilassarci dopo le fatiche della Fiera. Come al solito si parte un po' tardi, anzi, decisamente tardi, tanto che prendiamo l'autostrada per allontanarci più rapidamente da casa e raggiungere un posto da pappardelle al cinghiale ad un'ora ragionevole. Usciamo a Fabro, evitiamo il megaristoranteturistico che c'è giusto dopo il casello e... quasi investiamo un ragazzo che sventola volantini! Da queste parti i ristoratori non se la devono passare bene con questo mangificio che rastrella tutti quelli che si affacciano all'uscita dell'autostrada. Il giovanotto cerca di convincerci che anche suo padre, a pochi chilometri da qui, fa da mangiare bene: per una volta cediamo, anche perché comincia ad essere veramente tardi e bisogna pur prendere una decisione. Andiamo dunque a Ficulle, alla Castagneta, un onesto locale a conduzione (e pubblicità!) familiare. Siamo soli, è vero, e il posto non ha fascino, è decisamente fuori dal circuito turistico e lontano dal paese che neppure vediamo, ma insomma siamo qui e dunque proviamo 'ste pappardelle al cinghiale e, visto che ci troviamo, anche i pici col sugo d'oca: non sono malaccio, migliorabili, ma si sta bene seduti all'ombra a sorseggiare un vinello non disprezzabile.

Arriva persino un altro avventore, il classico cliente abituale d'una certa età, solo, dotato di iphone e di decappottabile, che anima un po' il luogo con le sue telefonate a giovanotte probabilmente avvenenti e amici che lo sopportano di buon grado: ma si può chiamare gente alle 2 del pomeriggio di domenica per discutere degli appuntamenti della settimana? Ma state rilassati! Una bistecca e va via. Lo imitiamo facendoci servire una buona carne alla brace e un arrosto ai funghi non male. L'accompagnamento di bruschette risulta un'ottima scelta! E la torta "fatta in casa" non ci dispiace affatto.
Allontanandoci da Ficulle ci fermiamo incuriositi dal cartello "Piste del Ruzzolone": si tratta di quattro percorsi affiancati in erba, dai bordi rialzati, in piano, che ci sembrano poco adatti ad esibirsi in ruzzolate... Apprenderemo poi che il Ruzzolone, o Ruzzola o Buzzica o Rutolone, è un antico sport del centro Italia, consistente nel far ruzzolare un disco di legno spesso, originariamente una forma di pecorino stagionato, lungo una pista, servendosi di una cinghia di corda: vince chi arriva prima.

Ci rechiamo non molto distante a Monteleone d'Orvieto, paesino adatto a fare due passi per favorire la digestione: una grande piazza sovrastata dal bel campanile "civile" (la puoi vedere nella prima foto) e dei vicoli graziosi, dove scambiamo qualche chiacchiera con un paesano che ci racconta della storia della sua famiglia, originaria del luogo. Un luogo civile, appunto, con tanto di teatro, che si intuisce non essere il solito posto da seconde case, spopolato d'inverno e privo di una sua identità. Un panorama notevole, con vista sul Terminillo e sul più vicino Monte Peglia, ci delizia. Tranquillità, profumi, giardini nascosti dai rampicanti. Ce ne allontaniamo con qualche malincuore per dirigerci verso la prossima destinazione.

Eccoci a Città della Pieve: un paese decisamente grande per i suoi non numerosissimi abitanti (poco più di 7000), di impianto medievale, che domina la Valdichiana e il lago Trasimeno. Per la sua vicinanza a Perugia, Castel della Pieve (come in origine si chiamava) è sottoposta sin dal 1188 al dominio della più grande città di pianura, particolarmente interessata al controllo sui territori agricoli del "Chiugi" (tra il lago di Chiusi e il Trasimeno) e alla difesa dei propri confini contro la nemica Repubblica di Siena. La borghesia pievese, dedita principalmente alla lavorazione del laterizio e del "panno cremisi", si ribella continuamente aspirando alle libertà comunali. Al guelfismo di Perugia si oppone così il ghibellinismo di Castel della Pieve che porta, sotto la protezione di Federico Il di Svevia, all’istituzione del libero Comune a partire dal 1228, anno in cui l’esercito imperiale e quello senese irrompono in Valdichiana contro le città guelfe di Orvieto e Perugia. È di questo periodo la definitiva conformazione urbanistica pervenutaci pressoché intatta fino ai giorni nostri, già terminata nel 1250, anno di morte di Federico II. Non è quindi un caso che la forma urbana assomigli ad un’aquila, simbolo dell’Imperatore, che avanza minacciosa verso Roma. Le tre parti dell'"aquila" coincidono con i tre Terzieri, suddivisioni amministrative della città, che a loro volta alludono alle tre classi sociali: alla testa corrisponde il Terziere Castello o classe dei cavalieri; alla pancia, il Terziere Borgo Dentro o borghesia; all’ala-coda, il Terziere Casalino o classe dei pedoni. Nel 1250 Perugia riprende il controllo di Castel della Pieve costringendola a fornire tanto mattone da lastricare la Piazza Pubblica della città dominante. A partire da questa data Perugia impedisce l'espansione della città ribelle. 

Dopo questi brevi cenni storico-architettonici (ringraziamo il sito www.cittadellapieve.org per il prestito), veniamo alla nostra bella giornata settembrina che non ha attirato solo noi ma anche moltissimi altri turisti, complice la manifestazione Zaff! dedicata allo zafferano. Ma la cittadina offre tanti altri motivi per una visita: in primo luogo è un paese dal ricco passato e i numerosi edifici di pregio ne danno testimonianza. La Biblioteca Comunale, della quale puoi vedere un corridoio affrescato nella terza foto, ospita una parte della manifestazione: ci restiamo un bel po' a girare per il cortile, dove c'è una mostra fotografica sull'eros, in qualche maniera collegata allo zafferano, per poi perderci nei profumi di una mostra "sensoriale" di essenze odorose. Al piano superiore sono custodite splendide collezioni naturalistiche ricche di esemplari di animali impagliati, coleotteri, minerali, conchiglie, ma anche una inconsueta raccolta di semi. Ammiriamo un erbario di recente composizione e la riproduzione di ambienti naturali della zona.
Da una finestra riusciamo anche a scattare una foto della Cattedrale dell'VIII secolo, per una volta da un punto di vista che permette una ripresa decente: un piccolo tocco di fotosciopp e le linee verticali sono ben dritte! (quarta foto).
Gelato in piazza: comodamente seduti ai tavoli del caffè Pippo, cullati dalla musica diffusa in tutta la zona da altoparlanti, assistiamo all'esibizione degli allievi di una scuola di Tai Chi Chuan: una danza lenta che simula le mosse di un combattimento, oggi conosciuta in occidente soprattutto come ginnastica e come tecnica di medicina preventiva. Molto, molto piacevole!
Non riusciamo a non comprare un balsamo per gli occhi in vendita nel bel mercato coperto e dei bulbi di crochi, assolutamente fuori stagione di impianto. Anche da qui, dai giardini un po' nascosti su quello che forse è un bastione (dove si svolge un corso di cucina!), il panorama sulla valle è bellissimo.
Insomma, siamo proprio contenti di essere venuti a Città della Pieve! E' un bel posto, pieno di vita, di iniziative adatte a tutti i gusti, ci sono bei palazzi, tante cose da vedere, decisamente non è possibile annoiarsi. Dobbiamo tornarci!

sabato 8 settembre 2012

La Fiera a Rignano


La Fiera dell'8 settembre a Rignano è ormai un'occasione da non perdere: per i visitatori, che possono godersi una giornata unica, piena di iniziative, di bancarelle, di concerti, dibattiti, mostre, visite; per gli espositori che in un solo giorno possono incontrare un pubblico numeroso e interessato. E' ovvio che queste affermazioni vanno parametrate e rapportate al territorio. E' vero che nel Lazio ci sono Fiere anche più importanti. Ma questa è la NOSTRA Fiera, è una manifestazione rinata dopo anni di trascuratezza, è a suo modo unica per la quantità di proposte che si affollano in poco più di 12 ore e in uno spazio abbastanza limitato ma centralissimo: tutto il Corso, i giardini fino alla Stazione, buona parte del Centro Storico fino alla chiesa dei Santi Vincenzo ed Anastasio.
Abbiamo contato 11 iniziative diverse, considerando solo quelle principali che sono pubblicizzate con le affissioni, ma è difficile fare un resoconto esaustivo di questa giornata di Fiera: c'è la mostra dei pittori nel Centro Storico, graziosamente allestita e organizzata, ma c'è anche il vernissage di acquerelli sulle scale che portano a via Garibaldi a cura della Pro Loco; c'è la conferenza sulla crisi economica, ma anche quella sulla bioedilizia; c'è la mostra sullo sviluppo sostenibile promossa da una rivista di architettura, ma anche gli stand informativi sulla gestione dei rifiuti; c'è il film proiettato nell'aula del Comune, ma anche le foto di Rignano sotto la neve presentate nello studio del dott. Biancini; c'è la visita guidata agli splendidi restauri che hanno svelato pezzi di storia nella chiesa giù al Centro Storico, ma anche l'istallazione sulla facciata della Rocca, almeno per una volta bella.
Ma non doveva essere una Fiera delle merci e del bestiame? Certo! Ovviamente ci sono gli espositori: andiamo dal banchetto del produttore di lumache, che mette in mostra la sua piccola, saporita merce, sino al tir della ditta di componenti per l'edilizia, un mega palco su ruote affacciato a due metri d'altezza. In mezzo decine e decine di artigiani, cooperative agricole, allevatori, associazioni, espositori, venditori che propongono dal filetto di baccalà fritto alla casa in legno antisismica (bella! ci piace! ci facciamo un pensiero... ma anche il baccalà non deve essere male, anche se preferiamo lo squisito prosciutto cotto in crosta di pane proposto da un ristoratore di Morlupo).
Anche per noi è una giornata intensa: con la nostra associazione abbiamo allestito un nutritissimo mercatino dell'usato per finanziarci. Affari d'oro in cambio di qualche spicciolo per la sottoscrizione: cediamo bellissimi libri, oggetti e bigiotteria d'epoca, vestiti di buona fattura, tutto donato dai soci che ne hanno approfittato per svuotare un po' gli armadi e contemporaneamente mantenere in vita l'associazione. La sera siamo distrutti: una pizza e tutti a casa, si sistemerà poi!