Siamo in Val d'Orcia, al confine con la Val di Chiana e intendiamo visitare Sarteano. Si rivela una buona scelta: il paese è grazioso e ordinato, il castello sta in disparte, non particolarmente minaccioso. Ladislao re di Napoli tentò inutilmente di conquistarlo ma si scontrò con le milizie locali che lo difesero strenuamente. Magari dopo 600 anni se ne ricordano ancora, meglio non far sapere che siamo napoletani.
Per pranzare troviamo un posticino convincente: non è certo un ambiente moderno o sofisticato, anzi, non ha neppure l'insegna e il nome, Tripolitania, è dipinto in verticale sullo stipite della porta. Il locale ricorda più la cucina di una vecchia casa e dal nome si deduce che risale ad un centinaio di anni. Non chiediamo ma l'impressione è che sia a conduzione familiare e che chi ora lavora qui sia il bisnipote del militare tornato dalla Tripolitania. Il menù è strettamente del territorio, con piatti veramente buoni: non possiamo provarli tutti ma pici al ragù di chianina ci convincono.
Abbandoniama Sarteano per proseguire per Cetona, meno memorabile ma solo per colpa della digestione in corso.
Terminiamo la giornata fermandoci brevemente, sulla via di casa, a Fabro
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