domenica 21 ottobre 2018

Ghetto di Roma


Le nostre passeggiate sono sempre un po' speciali: a volte si sa dove cominciano, ma quasi mai dove finiscono. Oggi avevamo altri orizzonti, poi finiamo per infilarci nelle strade e nei vicoli del Ghetto di Roma.
Come al solito, quel che desideriamo è trovare immagini insolite, viste che gli altri non vedono, scorci che sfuggono ai più. E stavolta sono i muri a mostrarci soggetti interessanti: versi sciolti e brevi poemi che il Movimento per l'Emancipazione della Poesia ha "pubblicato" in questa veste insolita: appiccicati su vecchi portoni e palazzi scrostati. Insieme a stencil, tag e adesivi vari, a comporre mosaici di parole e immagini dedicati ai passanti.
E fra tutti i versi, questo ci piace di più:
"Mi manchi come l'aria che mi togli"

Anche lo stencil "Uno più uno uguale uno" ha un suo perché e troviamo deliziosa  "Lasciatemi dormire"

Fra una foto e l'altra ci scappa un languorino, ma qui qualsiasi ristoro è dedicato ad intrappolare turisti: potremo mai trovare qualcosa di soddisfacente?
Ci proviamo da Vinando, che almeno ha un'aria un tantino meno "trucida", anzi, ci sembra addirittura un posto romantico. Qui, come si vede dalla foto scattata con molta discrezione all'interno del locale, il turista è mediamente di un livello più elevato: lo si nota soprattutto dal conto. Anche se la qualità complessiva dell'offerta è poco sopra la media, il dessert di piccoli frutti ripieni di gelato del gusto corrispondente ci lascia una buona impressione.
Di ritorno verso il remoto parcheggio, attraversiamo il Tevere a Ponte Garibaldi: una piccola isola si è creata nella corrente, dove uccelli acquatici ci concedono una foto naturalistica. Roma è anche questo.


Nessun commento:

Posta un commento