mercoledì 1 maggio 2013

Ovindoli e Alba Fucens


Primo Maggio in Abruzzo, lontano dalla folla, dai concertoni, dalle bandiere, dalle belleciao, ché quest'anno non è che ci gira tanto bene...
Per pranzo scegliamo di fermarci a Forme di Massa d'Albe, un piccolo borgo, tranquillo e silenzioso. Qui troviamo adeguato al nostro gusto il ristorante La Costarella: sinceri e saporiti i ravioloni ricotta e castagne, e gli spaghetti alla chitarra con funghi di bosco.

Poi due passi per la vicina Ovindoli. Pur distando pochissimo da Forme, qui il clima è completamente diverso: in giro diversi turisti, gente a cavallo o a bordo dei rumorosissimi quod, qualche negozio aperto nonostante il giorno di festa.

E' il classico paese che d'inverno vive di sciatori e con la bella stagione degli "amanti della natura"...

E come molti paesi di questo tipo, non si presenta benissimo senza la coltre di neve che nasconde e camuffa: marciapiedi sbreccati, pietrisco che invade strade e cortili, porte e infissi malmessi, muri scrostati.


Ma, curiosi come siamo, e sbirciando dentro ogni vicolo, riusciamo a trovare anche punti interessanti, o particolari: una pianta di vite che si intreccia con una grata di ferro battuto...


...o qualche angolo molto curato, come questo piccolissimo giardino di tulipani e narcisi...

...o questa finestra graziosamente schermata da un arbusto.


La parte più vecchia del paese è aggrappata alla roccia e presenta dislivelli "importanti": qui le strade si chiamano Vicolo dello strarupo, Via del precipizio... ciò nonostante saliamo fino in cima, dove la statua in bronzo ad un soldato di vedetta guarda lontano, oltre i monti. Un vento tagliente ci respinge a valle...


Lasciamo Ovindoli per una visita alla non troppo distante Alba Fucens, 300 metri di quota più in basso, ai piedi del Monte Velino: una colonia fondata dai romani  nel 304 a.C. nel territorio degli Equi, a ridosso di quello occupato dai Marsi, in una posizione strategica su una collina appena a nord della via Tiburtina.
Cominciamo dalla parte alta, dove i resti del castello Orsini dominano la valle e la città in basso. Dalle mura di cinta si levano ancora due torrioni circolari, agli angoli nord e sud, e le rovine di una torre quadrangolare a ovest, ma il complesso appare diroccato e lasciato all'incuria del tempo: la zona fu devastata dal terremoto nel 1915 e molto poco è rimasto in piedi.
Giù a valle la parte più antica: abbiamo il tempo di visitare lo splendido anfiteatro, in gran parte scavato nella roccia, costruito in opera poligonale e quadrata. Presenta le gradinate e le scale d’accesso in grossi blocchi di pietra squadrata, come anche gli alti parapetti. Sotto la gradinata destra un cunicolo che probabilmente veniva usato dal personale di servizio. Qui si svolgevano spettacoli di gladiatori, documentati da numerose iscrizioni.
Il panorama è stupendo, con le montagne che fanno da sfondo, ma minaccia pioggia e chiudiamo qui la giornata, prendendo la strada di casa.

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