sabato 11 maggio 2013
Ladispoli, Palude di Torre Flavia
Ladispoli, un tempo importante località di villeggiatura, ora grosso centro abitato di oltre 40.000 abitanti, non è solo case e palazzi: subito a nord della città c'è una zona umida di grande interesse naturalistico, la Palude di Torre Flavia.
Accediamo alla zona dalla parte estrema, dove c'è lo Stagno della Schiribilla. Chi sarà mai il titolare del luogo, dal nome tanto singolare? Si tratta di un uccello palustre che nidifica negli acquitrini. La Schiribilla è un gruiforme di dimensioni contenute e abitudini riservate: si nasconde nei canneti e si nutre affondando il becco nell’acqua alla ricerca di piccoli invertebrati, alghe o piante acquatiche.
Logicamente dobbiamo tenerci ai margini dello stagno, percorrendo uno stretto viottolo recintato: non è l'ideale per cercare di scorgere l'abitante del luogo, che già di suo fa di tutto per non mostrarsi. Non si vedono Schiribille in giro, ma si sentono i richiami, ammesso che non si tratti di ospiti abusivi... A segnalare la presenza della nostra piccola gru dagli occhi rossi sono i numerosi cartelli che invitano a non disturbarla durante il periodo di nidificazione. Nessun problema, da noi di certo non è stata disturbata!
Procediamo in direzione della torre o per meglio dire di quel poco che resta della torre militare romana, più volte nei secoli danneggiata e restaurata (nel XVI secolo fu Flavio Orsini a ricostruirla e darle il suo nome), e quasi distrutta da un bombardamento degli Alleati nel '43. I quattro spigoli separati dell'edificio penzolano ora sulla larga spiaggia di Ladispoli, sempre più inclinati, battuti dal mare e pericolosamente vicini al crollo definitivo.
Alle spalle di Torre Flavia una distesa di camper! Non è un periodo meteorologicamente favorevole, anzi questo sarà uno dei pochi fine settimana di maggio con il sole, e i camperisti evidentemente ne hanno profittato arrivando qui già di buon mattino: è poco più di mezzogiorno ma chi arriva ora trova posto solo molto lontano dal mare. "L'area attrezzata alla sosta" è separata dal "campeggio", un campeggio stanziale dove gli appassionati del mare si illudono di avere la seconda casa... Non è esattamente il posto dove ci piacerebbe passare le vacanze, ma meglio della città lo è senz'altro, la città di palazzacci e di traffico, quella dalla quale questa gente fugge, solo nei week end e sempre che non piova!
Ma la città avanza inesorabilmente, oramai è a poca distanza: il profilo minaccioso degli edifici di Ladispoli incombe a qualche centinaio di metri da queste finte ville al mare fatte di roulotte e tendoni, da questi giardinetti di fiori di plastica, da questi vacanzieri spalmati della prima crema solare della stagione, da questo minuscolo zoo di piccioni, pavoni e GALLINE! Che i bambini di città, iperattivi e stressati dalle plaistescion, dalle lezioni di scherma e di chitarra, per una volta si rilassino guardando da vicino come è fatto un pollo!
Intanto la Schiribilla è al sicuro nel suo stagno...
domenica 5 maggio 2013
Primo contatto
Tornando a casa lungo la Flacca è impossibile non fermarsi a Sperlonga. A dirla tutta i posti dove ci fermiamo sono più d'uno, ma se dovessimo scendere in dettaglio dovremmo dirti almeno del Ristoro da Guido, sulla spiaggia di Sant'Agostino, dove si può gustare al volo un'ottima "tiella": si tratta di una torta salata farcita di polipetti, specialità cajetana.
A pochi chilometri il nuovo comodo accesso alla spiaggia sud di Sperlonga, con tanto di parcheggio a pagamento: un occasione per tentare il primo contatto dell'anno con il mare.
L'acqua è bellissima e fresca, il sole picchia e c'è chi non esita ad inoltrarsi, anche vestita, nel mare limpido. Come primo approccio può bastare, se ci si accontenta.
L'acqua è bellissima e fresca, il sole picchia e c'è chi non esita ad inoltrarsi, anche vestita, nel mare limpido. Come primo approccio può bastare, se ci si accontenta.
venerdì 3 maggio 2013
Costiera amalfitana
Da Napoli si parte per una passeggiata in costiera: il tempo oggi è bello e vale la pena fare qualche chilometro per vedere certi paesaggi, respirare quest'aria. Attraversiamo Gragnano e ci inerpichiamo sempre più su fino ad Agerola. Da qui poi raggiungiamo la frazione San Lazzaro, punto panoramico di estrema bellezza: siamo talmente in alto che quasi bisogna sporgersi per vedere Conca dei Marini, giù sotto.
Purtroppo la foschia impedisce di vedere chiaramente Capri, che si perde oltre la Punta Campanella.
Più vicini gli scogli Li Galli e quasi a portata di mano l'abitato di Praiano che precipita arditamente verso il mare. Non si vede il fiordo di Furore che pure meriterebbe una visita: che luogo meraviglioso! Ma qui è tutto bellissimo! E buonissimo!
Non ci lasceremo certo sfuggire l'ottimo fiordilatte che si prepara da queste parti: ha una consistenza particolare e scricchiola sotto i denti. Si capisce così che è proprio quello originale di Agerola! E neppure possiamo perdere il buon vino di Gragnano: assomiglia ad un Lambrusco secco, ma è più corposo. Prelibatezze che gustiamo da Giannino, che ci delizia anche con il suo "rotolo" di pasta e fiordilatte, condito con ragù "bolognese" e con funghi porcini.
mercoledì 1 maggio 2013
Ovindoli e Alba Fucens
Primo Maggio in Abruzzo, lontano dalla folla, dai concertoni, dalle bandiere, dalle belleciao, ché quest'anno non è che ci gira tanto bene...
Per pranzo scegliamo di fermarci a Forme di Massa d'Albe, un piccolo borgo, tranquillo e silenzioso. Qui troviamo adeguato al nostro gusto il ristorante La Costarella: sinceri e saporiti i ravioloni ricotta e castagne, e gli spaghetti alla chitarra con funghi di bosco.
Poi due passi per la vicina Ovindoli. Pur distando pochissimo da Forme, qui il clima è completamente diverso: in giro diversi turisti, gente a cavallo o a bordo dei rumorosissimi quod, qualche negozio aperto nonostante il giorno di festa.
E' il classico paese che d'inverno vive di sciatori e con la bella stagione degli "amanti della natura"...
E come molti paesi di questo tipo, non si presenta benissimo senza la coltre di neve che nasconde e camuffa: marciapiedi sbreccati, pietrisco che invade strade e cortili, porte e infissi malmessi, muri scrostati.
Ma, curiosi come siamo, e sbirciando dentro ogni vicolo, riusciamo a trovare anche punti interessanti, o particolari: una pianta di vite che si intreccia con una grata di ferro battuto...
...o qualche angolo molto curato, come questo piccolissimo giardino di tulipani e narcisi...
...o questa finestra graziosamente schermata da un arbusto.
La parte più vecchia del paese è aggrappata alla roccia e presenta dislivelli "importanti": qui le strade si chiamano Vicolo dello strarupo, Via del precipizio... ciò nonostante saliamo fino in cima, dove la statua in bronzo ad un soldato di vedetta guarda lontano, oltre i monti. Un vento tagliente ci respinge a valle...
Lasciamo Ovindoli per una visita alla non troppo distante Alba Fucens, 300 metri di quota più in basso, ai piedi del Monte Velino: una colonia fondata dai romani nel 304 a.C. nel territorio degli Equi, a ridosso di quello occupato dai Marsi, in una posizione strategica su una collina appena a nord della via Tiburtina.
Cominciamo dalla parte alta, dove i resti del castello Orsini dominano la valle e la città in basso. Dalle mura di cinta si levano ancora due torrioni circolari, agli angoli nord e sud, e le rovine di una torre quadrangolare a ovest, ma il complesso appare diroccato e lasciato all'incuria del tempo: la zona fu devastata dal terremoto nel 1915 e molto poco è rimasto in piedi.
Giù a valle la parte più antica: abbiamo il tempo di visitare lo splendido anfiteatro, in gran parte scavato nella roccia, costruito in opera poligonale e quadrata. Presenta le gradinate e le scale d’accesso in grossi blocchi di pietra squadrata, come anche gli alti parapetti. Sotto la gradinata destra un cunicolo che probabilmente veniva usato dal personale di servizio. Qui si svolgevano spettacoli di gladiatori, documentati da numerose iscrizioni.
Il panorama è stupendo, con le montagne che fanno da sfondo, ma minaccia pioggia e chiudiamo qui la giornata, prendendo la strada di casa.
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