Ci sono posti anche molto graziosi che per un motivo o per un altro dimentichiamo e finiamo col non frequentare per anni: uno di questi è Stimigliano.
Per essere precisi, oggi nessuno ha deciso di venire qui, ma siamo a zonzo e ci capitiamo: stiamo percorrendo la Flaminia in questa uggiosa domenica di gennaio e dopo Civita, non volendo allontanarci troppo, giriamo per la 657, quasi a tornare indietro. Una sosta al Vecchio Forno per il pane (ormai si panifica anche la domenica, un tempo era una bestemmia!), un giro da un fornitissimo "cinese" nei pressi per comprare cose che non ci servono (va be', il tappetino per i gatti poteva essere una buona idea, salvo scoprire in seguito che a loro non piace), un'accorta deviazione per evitare Il Rigattiere, ché di cianfrusaglie ne abbiamo fin troppe, ed eccoci a Stimigliano.
Il ponte in legno, che ci aveva accolto la volta precedente è ancora qui. Sotto c'è quel che resta della struttura in muratura che consentiva il transito regolare delle auto. Tutto sommato è molto meglio che il traffico sia stato limitato: lo sappiamo che è tanto comodo avere l'auto sotto casa, ma è anche tanto brutto se la casa è in un borgo medievale.
In questi anni qualcosa è stato "imbiancato" - il palazzo del Comune, ad esempio - ma il paese conserva ancora la sua originalità: il castello Orsini non sembra aver subito ulteriori rimaneggiamenti, alcune case sono state restaurate con discrezione, molte restano così come le ricordavamo e purtroppo alcune sono ormai disabitate.
Il panorama da qui è notevole, anche se il freddo si fa sentire. Torniamo a casa scavalcando proprio il Soratte che si staglia all'orizzonte dal belvedere di Stimigliano.
Torneremo mai in questo bel paesino? Farlo sarebbe cosa buona.
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