domenica 19 febbraio 2017

Spoleto, Monteluco e Narni



In giro per l'Umbria. Prima a pranzo da Zengoni, sulla strada per Spoleto. Non è uno di quei posti che visto da fuori non vedi l'ora di entrare: sembra un mangificio, enorme, moderno, il parcheggio sempre pieno. Invece a poca distanza c'è un ristorante molto grazioso, la Casetta, ma fuori non c'è mai più di un paio di auto. Quale scegliere?
Ora, saremo pure fissati con l'aspetto esteriore dei locali, ma in definitiva quel che conta è mangiar bene. E se c'è tutta quella gente vorrà pur dire qualcosa. E' la domanda che ci facciamo ogni volta che passiamo di qua: è giunto il momento di toglierci questo dubbio.
Entriamo un po' titubanti: giungono le voci delle decine di ospiti che accalcano la sala a piano terra... ma veniamo prontamente dirottati da uno dei numerosi e solerti camerieri in una zona appartata e tranquilla, al piano superiore: grandi vetrate, vista sul bosco, insomma non è poi tanto male. E anche quel che ci servono non è affatto disprezzabile: buone pappardelle al cinghiale, misto alla brace con faraona, filetto di cinta senese al Sagrantino. Il tutto bagnato - per rimanere sul sicuro - da un Montefalco Sagrantino 2010 ad un prezzo onestissimo. Va bene, il locale passa la prova e entra di diritto nell'elenco dei Posti Dove Tornare. Anche perché bisognerà pur controllare se non ci siamo sbagliati.



Spoleto la saltiamo a pie' pari: ci siamo stati tante volte e oltretutto ci giungono i clamori di una sfilata di carnevale. Orrore! Saliamo sulla montagna difronte, Monteluco. Una decina di chilometri di tornanti e scorgiamo una chiesa. Ci fermiamo per un'occhiata, ma è chiusa e il tetto perde tegole.


Dispiace per San Giuliano, titolare del luogo, ma qui più di qualche foto alla facciata e alle decorazioni - probabilmente asportate da un altro monumento e collocate a cornice del portale - non c'è molto da fare. Comunque sia, segnaleremo il luogo al nostro amico Nicola, appassionato cultore del santo in questione.


Ancora qualche curva e usciamo in un grande spiazzo, contornato da tre alberghi carucci e APERTI! In effetti il posto è discretamente frequentato, per essere una domenica di Febbraio. Ci aggiriamo per la zona e subito troviamo un convento da visitare.


Il convento è intitolato a San Francesco: entriamo, anche per non dare l'impressione che si parteggi per un santo o per l'altro.


A poca distanza un Bosco Sacro! Nei nostri micro viaggi un bosco sacro non lo avevamo mai trovato! E' dedicato a Giove, e la cosa ancor più straordinaria è questa lapide del III secolo a.C. che riporta la Lex Luci Spoletina, il primo esempio conosciuto di regolamentazione di un'area protetta.


In questo cartello il testo e alcune considerazioni sul documento.


Ovviamente un bosco sacro è il regno delle ninfe...


Ultima tappa Narni, un paese che non smette mai di stupirci e di sorprenderci. Oggi in più c'è una sorta di caccia al tesoro: dobbiamo trovare dove è stata allestita una mostra fotografica di cui altro non sappiamo che è qui. Sì, ma qui dove? Inutile chiedere in Comune - c'è un ufficio aperto anche di domenica sera, ma non ne sanno nulla - e non abbiamo più fortuna interrogando i passanti...


Ma due viaggiucchiatori autentici non si arrendono facilmente: se non trovano la mostra... sarà il cane del curatore della medesima a trovarli! Un bel golden retriever ci fa le feste: intuito canino! Deve aver capito che stiamo cercando casa sua. Sì, perché la mostra dedicata a Ghirri è allestita a casa dal suo padrone. E senza il suo aiuto non l'avremmo mai trovata. Beppe Sebaste, nella sua Stanza - una bellissima sala della sua bellissima casa, affacciata sulla valle - ha voluto omaggiare l'amico scomparso. Più che una mostra è un memoriale: siamo onorati della sua accoglienza e della sua volontà di condividere con noi sentimenti così privati. Ci intratteniamo con lui per qualche minuto. Ci sono cieli, qui, tanti e dappertutto. 

Nessun commento:

Posta un commento