Approfittando della "giornata del FAI", oggi visitiamo insieme ad una coppia di amici Roccantica: è una ghiotta occasione per vedere quel che di solito non si può vedere di un paese dove comunque eravamo già stati. Ma quel che vedremo oggi è cento volte quel che conoscevamo.
Iniziamo dal giardino di una villa privata che affaccia sullo splendido paesaggio di boschi che circondano il paese. Fra l'altro si scorge la grande e profonda dolina - il Revotano - nella quale, secondo una leggenda locale, sarebbe sprofondato il villaggio originario. Il luogo è affascinante, fosse solo per la casina che si scorge fra gli alberi: un edificio che è un sogno!
Siamo in provincia di Rieti: anche qui l'ultimo terremoto si è sentito e ha lasciato qualche segno. Alcune case sono disabitate - poche - alcuni negozi chiusi. Ricordiamo questo Alimentari che già avevamo notato la volta scorsa per la sua insegna un po' naif. Ora è mestamente chiuso da una staccionata.
Tentiamo con successo di stabilire contatti con gli abitanti del luogo.
Ci dirigiamo, con un po' di affanno, verso la parte più alta e più antica del paese: Torre Niccolò. E' tutto quel che resta del nucleo originario di Roccantica, che era protetto da una triplice cerchia di mura. La torre deve il suo nome a papa Niccolò II, con il quale i roccolani si schierarono nella lotta contro Benedetto X.
Alla base la chiesa della Madonna di Piè di Rocca, edificata nel 1790 e rimaneggiata negli anni ‘70 dal parroco dell’epoca in uno "stile" discutibile ma decisamente originale: profili di ferro battuto ornano le pareti e il soffitto e intarsiano il legno del pavimento.
Dalle grandi vetrate si gode una splendida vista sui colli sabini: un motivo in più per tornare qui a mangiare le seadas.