domenica 14 ottobre 2018

Orte sotterranea


ATTENZIONE! A coloro i quali volessero imbarcarsi in questo viaggiucchio - visita a Orte sotterranea - è vivamente consigliato provvedere preventivamente ad un pasto adeguato, se possibile presso la Taverna di San Gregorio, di solito aperta solo a Settembre e oggi in via eccezionale: le energie da impiegare per tutti i sali e scendi fra cunicoli e cisterne, vanno opportunamente acquisite PRIMA della visita medesima.
Noi che ci siamo premuniti, possiamo agevolmente digerire il lauto e saporito pasto e le libagioni che lo hanno accompagnato. Ma abbandonare il tavolo non è stato facile, anche perché la taverna in questione non si limita ad offrire ottimo cibo, ma è anche particolarmente accogliente, con un rigoroso arredamento "in stile" medievale, con vasellame di coccio, alabarde alle pareti e candele sui tavoli.


Siamo un gruppo nutrito e allegro,  con una lieve prevalenza femminile...

La passeggiata sotterranea si snoda lungo i cunicoli che - in parte - rifornivano d'acqua la città che ne era priva. Numerose manomissioni, crolli e adattamenti hanno negli anni collegato anche le cisterne, i pozzi e le cantine che in origine erano separate dall'acquedotto vero e proprio.


Siamo ovviamente scortati da una guida, che ci spiega con competenza il come e il perché degli stretti passaggi che ci impegnano con qualche apprensione e piccoli inciampi. Ne usciamo tutti salvi per rientrare da un altro accesso e visitare anche il nevaio, sotto l'Ospedale civico: qui uno strano graffito segnala un ultimo restauro, probabilmente portato a termine fra abbondanti bevute di buon vino.


Orte non ha solo un interessante sottosuolo, ma è anche caratterizzata da angoli ben curati e da piacevoli scorci panoramici sulla valle del Tevere.

Ma di questo abbiamo già fornito testimonianza in precedenti post di Viaggiucchiando.
Comunque, ora che siamo venuti fuori dalle anguste cavità sotterranee, anche un balconcino fiorito ci sembra clamoroso: questo è di fianco alla Casa di Giuda, un edificio appartenuto ad un nobile ortano che tradì poco nobilmente i suoi concittadini, tanto da essere espulso dalla città e ricordato appunto con l'appellativo di Giuda.
La guida ci porta ad affacciarci in un'ultima cantina che si rivela essere una piccionaia: qui in passato venivano allevati, senza troppo sforzo, quelli che erano considerati appetitosi volatili. Ma i gusti cambiano e il mercato comanda nuove attività: i locali negli anni diventano un laboratorio di laneria, attività che ha avuto a lungo grande importanza nella zona. Trasformati poi in cantine, con modifiche e rimaneggiamenti, hanno ora trovato il loro forse definitivo utilizzo, permettendo a curiosi turisti di aggirarsi fra queste antiche strutture.


Siamo stanchissimi! un caffè in piazza, un giro fra le bancarelle, qualche ultima foto - il bassorilievo qui sotto raffigura un leone alato e spunta fra una colonna e un intonaco rifatto - e poi finalmente a casa!



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