sabato 14 ottobre 2017

Monte Soratte, cima


Come abbiamo già detto in un post recente, capita di fare pensieri insoliti, influenzati dall'umore, dalle condizioni atmosferiche, dal momento: può accadere che mentre un attimo prima si stava comodamente sonnecchiando sul divano nel dopo pranzo, si decida di infilare gli scarponcini e andare sul Soratte. Ma non la solita e comoda passeggiatina sul lato dei bunker, sul Soratte in cima!


In se non sarebbe 'sta cosa difficile, ma tu che ci conosci lo sai che vita facciamo, tutta casa, divano e tavola da pranzo! Ecco che così 3 chilometri in salita diventano se non un'impresa una bella sfacchinata. Fortuna che già qui all'ingresso del percorso l'aria è fresca: da questo punto in poi è tutto bosco di querce fin su in vetta, a quota 530... Ma ci deve essere un errore: la cima del Soratte è a 691 metri. In effetti il cartello parla del percorso Vita, che conosciamo bene ed è molto comodo e che forse si può imboccare anche da qui, a destra. Ma noi vogliamo andare fin su al monte!


Ci incamminiamo dunque per il sentiero che abbiamo davanti e che porta prima al monastero e poi all'eremo di San Silvestro: si tratta di superare un dislivello di 235 metri, a partire da dove abbiamo lasciato l'auto, un gioco da ragazzi.


Ecco, appunto, da ragazzi: qui la situazione anagrafica è un po' diversa e soprattutto la pendenza sembra molto ma molto... pendente! 

Fortunatamente ci sono molti punti didattici dove ci si può lungamente fermare per documentarsi... e prendere fiato.


Non voglio angosciarti con la descrizione delle difficoltà incontrate, dell'affanno che taglia i polmoni, dell'umiliazione di vedersi superare da un ciclista, dello sforzo richiesto per compiere gli ultimi metri: ad un certo punto, passato il monastero, finalmente il panorama si apre! Non siamo ancora in cima, ma manca poco!


Piccola nuova sosta per scattare una foto all'eremo di San Silvestro.


E finalmente giungiamo in cima: di qui la vista spazia fino ai monti del Reatino e del Viterbese. Ma il panorama è a 360 gradi: verso sud si vede Roma, a Est il lago di Bracciano, a Ovest la catena dove svetta il monte Gennaro.


Il ritorno è senza storia: purtroppo non incontriamo nessuno che sale a cui sorridere bonariamente mentre lui ansima.
La cosa importante è giungere a casa, stappare una lattina, riscaldare due taralli: che dici, ce li siamo meritati?


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