sabato 21 ottobre 2017

Anagni, Acuto, Subiaco


Non ti far impressionare dalla prima foto: oggi non siamo in Sicilia e men che mai in Africa settentrionale...


...qui ad Anagni, paese del Frusinate al confine con la provincia di Roma, crescono rigogliosi i banani. A poco meno di 500 metri di altitudine, esposto in pieno sole, Angni a quanto pare non deve soffrire di inverni particolarmente freddi.


Da queste parti papa Bonifacio VIII era di casa, ma a quanto raccontano non stava simpatico proprio a tutti e qualcuno non fu molto gentile con lui. Qui nella foto l'abside della Cattedrale...


...e qui il campanile. Comunque sia, un po' perché si sentiranno in colpa, un po' per indubbia convenienza turistica, gli anagnini ora hanno in gran considerazione il loro papa e gli hanno intitolato strade e palazzi.


Senza bisogno di suggerimenti e senza successivi pentimenti, troviamo un ristorante molto interessante: La Locanda del Gallo


Ottimi i fusilli con pesto di cicoria e ceci! Ma ancor più buona la gricia, cacio e pepe, giusto un po' troppo "saporita" per i nostri gusti.


Siamo rimasti impressionati dalla bellezza e imponenza delle architetture civili...


...il Palazzo Comunale del 1159 è veramente interessante.


Dopo pranzo ci dirigiamo verso Subiaco, con una breve sosta caffè-pasticcino ad Acuto. Non ci facciamo mancare uno sguardo e uno scatto a questo incredibile monumento: la suorina che vi è effigiato non credo ne sarebbe molto contenta.


A Subiaco facciamo giusto in tempo a cogliere gli ultimi raggi di sole che illuminano l'orologio a quadrante romano, sul palazzo Borgia.


Siamo sempre a mezza collina, ma qui a poca distanza ci sono i monti con le piste da sci frequentate dai romani: uno splendido panorama.

sabato 14 ottobre 2017

Monte Soratte, cima


Come abbiamo già detto in un post recente, capita di fare pensieri insoliti, influenzati dall'umore, dalle condizioni atmosferiche, dal momento: può accadere che mentre un attimo prima si stava comodamente sonnecchiando sul divano nel dopo pranzo, si decida di infilare gli scarponcini e andare sul Soratte. Ma non la solita e comoda passeggiatina sul lato dei bunker, sul Soratte in cima!


In se non sarebbe 'sta cosa difficile, ma tu che ci conosci lo sai che vita facciamo, tutta casa, divano e tavola da pranzo! Ecco che così 3 chilometri in salita diventano se non un'impresa una bella sfacchinata. Fortuna che già qui all'ingresso del percorso l'aria è fresca: da questo punto in poi è tutto bosco di querce fin su in vetta, a quota 530... Ma ci deve essere un errore: la cima del Soratte è a 691 metri. In effetti il cartello parla del percorso Vita, che conosciamo bene ed è molto comodo e che forse si può imboccare anche da qui, a destra. Ma noi vogliamo andare fin su al monte!


Ci incamminiamo dunque per il sentiero che abbiamo davanti e che porta prima al monastero e poi all'eremo di San Silvestro: si tratta di superare un dislivello di 235 metri, a partire da dove abbiamo lasciato l'auto, un gioco da ragazzi.


Ecco, appunto, da ragazzi: qui la situazione anagrafica è un po' diversa e soprattutto la pendenza sembra molto ma molto... pendente! 

Fortunatamente ci sono molti punti didattici dove ci si può lungamente fermare per documentarsi... e prendere fiato.


Non voglio angosciarti con la descrizione delle difficoltà incontrate, dell'affanno che taglia i polmoni, dell'umiliazione di vedersi superare da un ciclista, dello sforzo richiesto per compiere gli ultimi metri: ad un certo punto, passato il monastero, finalmente il panorama si apre! Non siamo ancora in cima, ma manca poco!


Piccola nuova sosta per scattare una foto all'eremo di San Silvestro.


E finalmente giungiamo in cima: di qui la vista spazia fino ai monti del Reatino e del Viterbese. Ma il panorama è a 360 gradi: verso sud si vede Roma, a Est il lago di Bracciano, a Ovest la catena dove svetta il monte Gennaro.


Il ritorno è senza storia: purtroppo non incontriamo nessuno che sale a cui sorridere bonariamente mentre lui ansima.
La cosa importante è giungere a casa, stappare una lattina, riscaldare due taralli: che dici, ce li siamo meritati?