sabato 16 settembre 2017

Oriolo Romano


Oriolo per noi non è una novità e non lo è la sagra del Fungo Porcino, ma ciò non vuol dire che non si debba tornare qui per una fettuccina e un buon bicchiere di vino: l'esperienza insegna e possiamo godere di quel che c'è piaciuto in precedenza e scartare il resto. Ovvio che la conoscenza vada integrata con nuovi dati: dopo i funghi e la cremolata di more con la panna (da non perdere), è opportuno approfondire la pratica del luogo. Ci incamminiamo dunque per il viale che si inoltra nei giardini di villa Altieri, un vasto parco di 8 ettari al quale si accede passando sotto un portale sormontato dallo stemma della famiglia. Purtroppo del giardino originario non è rimasto molto: le siepi di bosso che lo caratterizzavano, in anticipo sul giardini italiani ottocenteschi, sono ormai un lontano ricordo, distrutte da una farfalla comodamente insediatasi in zona. Resta un godibile parco naturale con ampie aree di campagna al suo interno.


Recentemente qui si è svolta una manifestazione ippica e sono ancora in piedi le stalle e i recinti. Delle rustiche panchine, intitolate a rioni, associazioni e gruppi, sono lungo il viale che porta ad una struttura che forse è stata una cappella e ora è temporaneamente adibita a museo contadino.
L'indicazione affissa ad un paletto ci conduce al misterioso Albero Tondo...



...di cui resta solo una foto di fine ottocento a ricordare la sua straordinaria grandezza: è venuto giù non molti anni fa, stanco dei suoi diversi secoli di vita.


Non sappiamo se con le sue spoglie o con altri rami un artista ha allestito al suo posto i simulacri degli animali che questo luogo frequentano, alcuni ben riusciti, come questo cinghiale.


Ci riproponiamo di tornare ancora a Oriolo: c'è ancora molto da vedere di questo paesino quieto e incredibilmente "autentico" nonostante la sua vicinanza alla capitale. Dobbiamo ancora visitare Palazzo Altieri, il Bosco di Macchia Grande, il Parco della Mola, le Terme...


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