sabato 26 luglio 2014

Siena - Volterra - Cecina - Colle Val d'Elsa


 Ancora un weekend toscano. Potrebbe essere più logico trasferirsi direttamente qui: la Toscana è affascinante e da queste parti ci sentiamo a casa.
Venerdì partiamo dopo pranzo e alle 18 siamo a Siena: vorremmo vedere il pavimento del duomo, "il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto", secondo la definizione di Giorgio Vasari. E' un occasione rara: di solito è protetto da una copertura che ne impedisce la vista. Purtroppo i nostri orari non coincidono con quelli del custode e non riusciamo nel nostro intento. Ci accontentiamo di una passeggiata per le contrade.
 Alloggiamo alla Fattoria di Mugnano, un agriturismo a pochi chilometro da Colle Val d'Elsa: belle stanze ricavate in un grande fienile, buon ristorante nel casale centrale. Ceniamo all'aperto, in una serata dalla temperatura gradevole e priva di zanzare. Il panorama è stupendo e quel che mangiamo molto saporito: raccomandiamo gli involtini siciliani, con i pinoli.
 Sabato, dopo una squisita colazione continentale a base di salumi toscani, partiamo per Volterra: dovrebbe essere solo una tappa, ma ci resteremo molte ore.
Iniziamo visitando il Parco Archeologico, accanto alla Fortezza medicea: qui Federico da Montefeltro rase al suolo l'intera area, permettendoci così di visitare le fondamenta dell'Acropoli
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 La simpatia del ragazzo della biglietteria ci induce, contro le nostre abitudini, a chiedere indicazioni dove mangiare: i suoi gusti si riveleranno simili ai nostri.
Ma prima una lunga visita al Museo Etrusco. Velàthri (l'antico nome  di Volterra) era un centro di grande importanza, una delle dodecapoli etrusche. Quel che resta di secoli di opulenza è raccolto qui: raffinati gioielli, ricche suppellettili, armi accuratamente decorate. C'è una sterminata raccolta di urne funerarie, più di seicento! Talmente tante che in alcune sale sono nascoste da pannelli che ne mostrano, attraverso piccole finestre, solo alcune, per mettere in risalto le migliori.
 Troviamo molto interessanti anche le mummie di Cesare Inzerillo, inserite in questo contesto nell'ambito di "Rosso Fiorentino, rosso vivo" una mostra diffusa curata da Vittorio Sgarbi "che coinvolge varie location e tutti i monumenti più importanti del borgo medievale".
  Prima di proseguire facciamo una pausa, accettando il consiglio ricevuto qualche ora prima: La Carabaccia si rivela un'ottima trattoria, dove trovare i "vecchi sapori toscani" ad un buon prezzo. Ogni giorno propone solo due primi e due secondi: per chi è abituato a menù sterminati può sembrare troppo limitante, ma noi troviamo che sia un'ottima scelta preparare solo poche cose ma con cura e amore.

 La visita successiva è alla Pinacoteca, che racchiude il fulcro della manifestazione, la splendida Deposizione di Rosso Fiorentino, intorno alla quale ruotano una serie di proposte selezionate con grande sapienza - tocca dirlo - "di artisti che nella riproduzione dell’irregolarità, dell’eccentricità o dell’essenzialità, riportano tutti a Rosso Fiorentino". Restiamo ammirati, ma un po' soffocati dall'allestimento claustrofobico.
Per riprenderci non c'è che uscire, non prima di aver scoperto che nell'edificio è installato uno dei primi videocitofoni, ancora perfettamente funzionante: due piccole grate in pietra allineate che mettono in comunicazione audio-visiva tre piani dell'edificio. Però! 
 
 Ci vuole una boccata d'aria: la cosa migliore è salire in cima alla torre di Palazzo dei Priori, sede del Comune. Scansiamo gli invitati ad un matrimonio che quasi ostruiscono l'ingresso - la sposa è in gran ritardo - passiamo per la Sala del Consiglio che ospiterà il rito, saliamo su su, fino a ritrovarci nella cella campanaria, a pochi centimetri dal bronzo che ogni ora batte il tocco e che ora incombe sulle nostre teste: ma che ore sono?! non dovrà suonare proprio adesso?

Di qui su si può godere di una vista notevole, che spazia quasi fino al mare. Laggiù il cielo è chiaro mentre qui è arrivato il temporale: quasi quasi facciamo un salto da quelle parti. Detto fatto, saltiamo le visite in programma e sotto una pioggia già insistente ci dirigiamo a Cecina. Dopo diversi chilometri di curve e di acqua, finalmente la strada scorre dritta e il tempo si rasserena e noi possiamo godere di una spiaggia bagnata ma quasi esclusivamente per noi! Una bibita seduti su uno scoglio e poi si torna indietro. All'andata, avevamo visto un "oggetto" curioso ed ora che non piove più ci fermiamo a dare un'occhiata a questo grande anello di cinque metri di diametro piazzato lungo la strada!
 "Installazione di Mauro Staccioli, l'Anello rappresenta l’alleanza tra arte e vita, ragione e paesaggio. Questa "cornice" obbliga a rallentare lungo la salita che porta a Volterra e costringe il passante non a vedere ma a guardare, e quindi contemplare, lo scenario che racchiude."
Come non scattare una foto...

 E' ormai sera, di cenare non se ne parla dopo l'abbuffata a pranzo, di chiudersi in stanza neppure a dirlo, decidiamo per una Colle Val d'Elsa by night, passeggiata per le vie di quello che passando, sottocchio, sembra un piccolo borgo: si rivela essere una grossa cittadina che anche a quest'ora tarda ha i suoi luoghi frequentati.
 Un largo bastione, in fondo al paese, affaccia sulla parte nuova: non prendiamo neppure in considerazione l'eventualità di scendere a visitare anche quella zona, anzi, torniamo indietro che abbiamo già fatto un bel po' di strada. Abbiamo visto lungo il corso principale almeno una decina di palazzi importanti, un albergo lussuoso installata in un'antica dimora, numerosi ristoranti e locali: questo paese lo avevamo sottovalutato. Ora dobbiamo tornare in albergo che domattina si parte presto.

sabato 12 luglio 2014

Viterbo, Ludika 1243

 Pomeriggio a Viterbo, per la manifestazione Ludika 1243.
Con noi si aggirano nei vicoli del quartiere S.Pellegrino decine e decine di personaggi mascherati nelle fogge più fantasy e medieval possibili: arcieri con arco e frecce, lupi mannari con zanne e piedoni pelosi, pellegrini con saio e bastone, guerrieri con corazza e spada.
Numerosissime iniziative, non si contano gli spettacoli, ci si perde fra le esibizioni: si ha continuamente l'impressione che per guardare qualcosa si perda qualcosa d'altro.

 Siamo un po' disorientati, ma c'è chi sta peggio di noi e qui, in questa bolgia, di certo non ci sarebbe venuto volontariamente: questo barbagianni è costretto a sonnecchiare in un angolo, sul suo posatoio, maldisposto verso l'attenzione di così tanta gente. La poiana che gli sta accanto non se la passa meglio, ma almeno lei non è un rapace notturno e la luce non la infastidisce troppo.

 Nel frattempo c'è chi se le dà di santa ragione, fortunatamente solo per gioco... ma poi vedi brillare negli occhi bagliori che lasciano perplessi: non è che alle volte ci mettono un po' troppa partecipazione e finiscono coll'immedesimarsi eccessivamente?
 Numerosi gli espositori: non manca l'Uomo dei Cesti, un bravissimo artigiano che ancora intreccia sporte e panieri in giunco e salice, custode di una tradizione antichissima, tramandata di generazione in generazione.
 Anche la Signora della Lavanda è presente, con profumi, infusi e pozioni dal sapore antico.
Ci aggiriamo a lungo fra le numerose bancarelle che vendono prodotti "in tema" con la manifestazione: dolci e torte decorate con draghi fiammeggianti di zucchero, spade e asce in poliuretano e lattice che sembrano vere, ricchi vestiti di broccato e velluto, forse inadatti alla stagione ma sicuramente intonati.

 Il campanile di Porta Romana sorveglia dall'alto le orde di cavalieri e dame, nobili e scudieri, capitani e soldati che sciamano nei dintorni e ci segnala che è ora di spostarci di qualche chilometro per proseguire la festa con una celebrazione molto più privata: il compleanno di Fulvio.
 Ci ritroviamo in sei (c'è anche Anna) nella nuova casa di Federico, intorno all'ottima torta preparata da Francesca con frutta secca e cioccolato. Le moderne candeline hanno qualche difficoltà ad accendersi e nessuna voglia di spegnersi! Auguri!
 Fuori una luna speciale, nitida e gigante: la super luna è un regalo che solo i nati il dodici luglio possono meritare!

sabato 5 luglio 2014

Isola d'Elba


 Le foto di questo viaggiucchio sono fin troppo omogenee: non ce n'è una senza mare! Dirai che trattandosi di un'isola non è difficile, è vero, ma devi aggiungere la particolarità dell'isola d'Elba, talmente frastagliata da mostrare la costa da ogni punto visitato.
 Anzi, spesso è possibile vedere il mare sia guardando davanti che alle spalle. Ma ciò non ci  annoia, anzi, il nostro amore per i paesaggi marini ne è appagato.
 Arriviamo a Portoferraio verso le 10: incontriamo il gruppo di amici che ha organizzato per noi questa piccola gita, uno spuntino, un breve giro a caccia di prodotti locali (ottima la schiacciata briaca, un dolce a base di frutta secca e squisito l'Aleatico, un vino passito dal profumo di confetture rosse) e poi via in albergo, a Porto Azzurro.
 Siamo all'hotel Cala di Mola: piscina di acqua salata, molto bella, a pochi metri dal mare, sistemazione confortevole (ma le stanze sono micro-villette a schiera, disposte sul fianco della collina e il dislivello non è lieve!), un buon ristorante e un apprezzabile self service  nei pressi della piscina.
 Dopo un pranzo veloce, ci piazziamo in acqua: rimaniamo a mollo fin quasi alle 17! Rimarremmo ancora qui, ma inizia quella terribile usanza che ormai accomuna ogni luogo di vacanza e che va sotto il nome di "animazione": fuggiamo dalla musica truzza e dalle gentili ragazze che cercano di convincere i bagnanti ad interrompere il loro beato far nulla per partecipare a qualche stupida gara.
 E' un peccato perché qui si stava proprio bene, ma le regole dell'accoglienza sono ormai queste: è vietato stare spaparanzati a oziare, obbligatori acquagym e risveglio muscolare, conditi da musica a tutto volume. E non c'è scampo per chi non è interessato. Ecco perché qualcuno comincia a detestare questo tipo di vacanze...
 L'unica possibilità è dunque andare da qualche altra parte: visitiamo il vicino paese di Porto Azzurro. Non strepitoso, ormai privo di ogni traccia di un passato di borgo di pescatori, ora completamente dedicato al turismo, con centinaia di graziosi negozietti, ristorantini, ottime gelaterie e quant'altro serve ad intrattenere il visitatore.
 Il panorama è stupendo, soprattutto se ci si inerpica lungo il percorso che sale da sotto il Forte di Longone (Longone è stato il nome di questo Comune fino al 1947): di qui si può godere di scorci da cartolina. Manco a dirlo l'acqua ha colori e sfumature che a stento ci trattengono dal tuffarci! Pensare che questo qui su è un carcere...
 Il giorno si avvia verso la sera e le barche tornano in porto: tantissime barche! La più bella è un due alberi sulla quale un gruppo di aspiranti marinai fa pratica nel manovrare la grande vela: le urla del capitano si sento sin dalla costa...
 La vista dal balcone della stanza è deliziosa, ma la pancia reclama! E il ristorante dell'albergo si mostra ampiamente all'altezza. Siamo al tavolo con Marcello e le chiacchiere non mancano, mischiate ad un buon bianco dell'isola. La stanchezza accumulata nella giornata, iniziata troppo presto, prende il sopravvento: niente Porto Azzurro by night. Il sonno sarà profondo.
 Al mattino dopo giro dell'isola. Prima sosta all'isola Paolina: non più di uno scoglio, dove si dice Paolina Bonaparte prendesse il bagno. Poco più avanti ci fermiamo a Marciana Marina, dove il bagno lo facciamo noi, in un acqua trasparente e fresca.

La strada passa tutt'intorno all'isola e, in alcuni tratti, costeggia strapiombi terribilmente affascinanti.
 Sull'orizzonte galleggiano le termiche, le nuvolette che segnalano la presenza di terre altrimenti appena visibili: qui a fianco c'è Pianosa, ma scorgiamo anche Montecristo, Capraia e il "dito" della Corsica.
Diverse ore dopo, quando non ne possiamo più, torniamo in albergo per uno spuntino a bordo piscina, un tuffo e poi si riparte per casa.