sabato 16 novembre 2013

Vignanello


 Festa dell'Olio e del Vino Novello a Vignanello: arriviamo manco a dirlo ad un'ora indecente, ma troviamo comunque ospitalità al ristorante Il Vicoletto 1563, nella piazza, accanto alla Chiesa Collegiale. Il locale è caldo e accogliente: un tempo abitazione, è parte di un edificio del XV secolo. Gustiamo ottime cose: gli gnocchetti con nocciole e ragù di cinghiale e anche questa pera speziata sono deliziosi!

 Nel 1723 papa Innocenzo XIII trovò ricovero in questa abitazione e noi ce lo ritroviamo davanti, impersonato da un giovane in costume che partecipa alla rievocazione dello storico evento. Cosa ci faceva Innocenzo da queste parti? Pare ci fosse quasi di casa, visto che la nipote aveva sposato Francesco Maria Marescotti Ruspoli, titolato possessore del castello che vedi qui in foto.
 Tante sono le iniziative indette per la festa, ma una visita alla nobile dimora è d'uopo: già in passato ci è sfuggita.

Veniamo accolti da un'autentica principessa Ruspoli, Giada, che ci accompagna in visita alle diverse sale e camere del maniero, illustrandoci la genealogia del casato, fornendo informazioni e curiosità, presentandoci i ritratti dei suoi parenti: quello che vedi qui in foto è Alessandro "Dado" Ruspoli, scomparso di recente e noto per il suo stile di vita stravagante e le sue incursioni nel cinema e nella dolce vita romana.

 Per quanto caratterizzate da un arredamento severo e dalle tinte non particolarmente vivaci, queste stanze sembrano essere state abitate ancora in tempi recenti, anche se la nostra ospite precisa che la dimora era frequentata quasi esclusivamente nel periodo estivo. Ora è sede di manifestazioni e ricevimenti e può contare su iniziative anche a carattere culinario che certo contribuiscono a mantenere "vivi" questi ambienti. 
 La sera scende su le antiche mura e non ci lascia molto tempo per visitare il grande e curato giardino all'italiana: siamo gli ultimi ad andar via, dopo aver curiosato fra viali e siepi e fin dentro la limonaia.

In cielo si è alzata una splendida luna che spande la sua luce d'argento ad illuminare i nostri passi sulla via del ritorno.

sabato 9 novembre 2013

Miseno


 Napoli è per i non napoletani una città di mare. E certo è innegabile che il mare ci sia, ma è sempre troppo distante, non si può toccare, non ci si può nuotare, è solo un panorama, una cartolina.
Indubbiamente non è così per tutti: c'è chi ha una barca a Mergellina, chi una casa a Posillipo, ma noi non facciamo parte di questi fortunati.

 E non c'è niente di peggio per chi ama il mare di vederlo solo da lontano, non poterne percepire l'odore, non sentirne la voce.
E' per questo che, quando ci è possibile, da Napoli ci piace andare verso una delle vicine località, a sud o a nord: Amalfi, Sorrento, oppure Pozzuoli, Cuma, Miseno.

 Di tutte Miseno è certo quella più legata alla nostra gioventù: si veniva qui già a Marzo per il primo bagno e questa era l'ultima spiaggia prima di riporre il costume in fondo al cassetto, in attesa che passasse l'inverno.
Ma qui si veniva anche nei mesi più freddi per una passeggiata lungo la riva, per un falò e una schitarrata notturni, per una piccola fuga romantica...

 Oggi siamo qui solo per un aperitivo sulla spiaggia, in un piccolo bar con tanti tavolini che si allungano verso il mare. La sabbia fine ci porta fino all'acqua, lì dove sulla roccia la devozione di chi è scampato al mare ha lasciato una traccia. Un mare ora calmo e trasparente che fa da specchio al Capo in questo tiepido sabato di Novembre. E c'è chi non perde l'occasione per un ultimo bagno: domani non sarà così bello.
 E all'indomani siamo nuovamente sulla spiaggia: un vento gagliardo non permette le confidenze di ieri ma certo non scoraggia i kitesurfer, molto più numerosi. Le acrobazie di questi temerari vengono però interrotte dall'arrivo di nuvole sempre più scure e minacciose: si avvicina la burrasca! Ripariamo "da Fulvio", un ristorantino poco discosto dal bar di ieri, che ci prepara degli ottimi scialatielli allo scoglio.
 Il mare muggisce fuori dalle finestre, il vento fa volare qualche ombrellone che ancora stava di guardia e si accanisce sulla tettoia del parcheggio, sabbia mista a pioggia forma un sottile strato sulle auto. Noi tranquillamente restiamo in attesa di uno sprazzo di sole, gustando la frittura di paranza, le alici indorate, l'impepata di cozze.
Il mare è sempre bello, ma a volte è necessario un adeguato punto di vista...

sabato 2 novembre 2013

Lago di Vico


 La vista del lago è sempre triste quando piove e quella del lago di Vico non si smentisce: arriviamo sotto qualche goccia e ci accoglie un panorama quasi in bianco e nero. Gli alberi ancora fronzuti nonostante l'autunno inoltrato sono zuppi e grondano, formando enormi macchie scure di contorno all'acqua. Ma noi fortunatamente siamo fra amici e andiamo a sederci da amici, al tavolo di Riva Fiorita.
Quel che ci aspetta sarà da noi ricordato con gratitudine: veniamo accolti nella veranda "vista lago" e ci vengono portate pietanze che trasudano dell'amore e della cura con le quali sono state preparate. Tutto quel che gustiamo è fatto "in casa", dal pane alla pasta, dal patè ai liquori! Assolutamente da citare i ravioloni "cacio e pepe"e gli gnocchi con la provola, una vera squisitezza ! Dolci memorabili! Peccato che d'inverno qui sia chiuso...

Dopo pranzo scende la nebbia. La vista del lago assume un aspetto nordico, la riva opposta sparisce per prima, poi è Monte Venere a essere inghiottito dalla foschia.
Gli uccelli acquatici volteggiano bassi per poi disperdersi e sparire lontano. Solo un gruppo di gabbianelli si allinea curiosamente lungo la riva, come su un filo, forse in attesa che sul loro lago torni la luce. 

venerdì 1 novembre 2013

San Gemini, Gualdo, Montefalco, Foligno


 In gita insieme ad una coppia di amici: direzione Umbria!
Si parte in mattinata, ché non vogliamo andare molto lontano: non più di un 150 chilometri e ci fermeremo per pranzo. Ma è difficile rispettare le tabelle di marcia! Già a San Gemini facciamo una piccola sosta al bar, che poi si trasforma in una lunga visita: il paese merita! Le strade e le case
 piene di fiori e la bella giornata di sole ci inducono ad un largo giro da turisti, a caccia di foto. Eppure qui già ci siamo stati pochi mesi fa, ma visitare un posto in compagnia è più divertente e stimolante: scopriamo molti angoli che da soli avevamo perso.
 E' vero, qui siamo in un paese di acque e terme che sul turismo ha fondato la sua economia, quindi non lo si può paragonare a luoghi meno fortunati, non si può criticare la cura quasi maniacale con cui sono tenute le strade, non si può dir male delle costose balaustre in ferro battuto, di certe graziose logge un po' disneyane, di questi intonaci che lasciano filologicamente scoperti tratti della muratura: è un paese per ricchi, se non vi piace passate oltre.
 E noi proseguiamo alla volta di Gualdo Cattaneo, dove approdiamo ormai un po' tardi presso l'agriturismo il Rotolone. Non avendo preso in considerazione l'opportunità di prenotare, di certo non siamo attesi. Solo un antipasto e un primo, ci dicono, e noi non ci lamentiamo: il loro grande senso per l'ospitalità ci permette di mangiare dei buoni tagliolini agli asparagi, costringendo i nostri ospiti a rimandare il pranzo del dì di festa... 

 Due passi dopo pranzo per Gualdo ci permettono di ammirare un borgo ben tenuto e con un bel panorama, non ancora snaturato dai proprietari di seconde case. E sì che i vendesi non mancano, alcuni decisamente interessanti come l'edificio che vedi nella foto, che doveva ospitare una chiesetta o una cappella e ancora conserva una delle due campane. Se ti piace ho il numero...

 La tappa successiva è a Montefalco. Siamo ormai nel bel mezzo della Strada del Sagrantino: nel comprensorio si contano almeno una quindicina di cantine e qui trovare un bel bicchiere di vino è la cosa più facile. Ma non manca in zona il buon olio dell'Umbria che, complice la bella stagione, è già disponibile nei frantoi, fresco di spremitura.

Montefalco è interessante anche da altri punti di vista: la grande piazza circolare del Comune ospita fra l'altro la chiesetta di Santa Maria de platea con un bella madonna affrescata da  Francesco Melanzio che qui avrebbe ritratto sua moglie. Troviamo interessante anche Palazzo de Cuppis, paradossalmente per la parte posteriore, collegata ad una rimessa da un ardito passaggio aereo in legno. E' difficile vedere tutto e così decidiamo di dividerci: due vanno in visita al complesso museale di San Francesco e possono ammirare gli affreschi di Benozzo Gozzoli, una natività del Perugino e le antiche cantine dei frati Minori. Gli altri due possono bighellonare per il paese, buttare lo sguardo in una mostra bruttina e fare foto a tutte le case buffe e le porte sghembe che incontrano.

La nostra gita termina a Foligno. Siamo ormai all'imbrunire e le prime luci dorano gli edifici. Curiosiamo in giro, ma la città è decisamente grande per poterla girare in tempi brevi. Ci limitiamo ad affacciarci nella cattedrale, per uno sguardo al ciborio barocco in legno dorato, copia in scala del baldacchino di San Pietro. Risaliamo la scalinata di Palazzo Trinci, una grande dimora del quattrocento, ma solo per scoprire che non abbiamo tempo per visitarlo tutto.
Ci portiamo a casa un "ricordino" facendo acquisti nella storica salumeria Massatani, nei pressi della cattedrale, aperta nonostante la festività: un torcione con frutta secca ed uno salato con verdure.
Come al solito, qui bisognerà tornare.