domenica 28 aprile 2013

Orbetello e Vulci


Dopo due giorni di brutto tempo oggi c'è un gran sole e partiamo per Orbetello: forse c'è una fiera, non controlliamo neppure, ci limitiamo a dirigerci verso la Toscana, terra affascinante che adoriamo! Percorriamo il più possibile strade interne, un po' per evitare il traffico, un po' per godere della passeggiata, senza il problema di dover arrivare per una certa ora. Finisce che impieghiamo un sacco di tempo e, pur essendo partiti per una volta abbastanza presto, arriviamo in loco verso le 13, giusto in tempo per la chiusura della manifestazione.

In questi casi non bisogna scoraggiarsi, anzi, si deve cogliere il momento: dove vanno tutti i partecipanti? Si imbucano in un vicino ristorante affacciato sulla laguna: magari sapranno qualcosa in più di noi, che arriviamo solo ora...
E infatti I Pescatori si rivela luogo interessante dove degustare del buon pesce fresco, dal produttore al consumatore: è gestito dalla locale cooperativa di lavoratori del settore. Mangiamo degli ottimi gnocchetti all'orata e delle strepitose anguille "sfumate"!
I locale occupa un'ottocentesca scuderia che probabilmente serviva i carri del mercato del pesce, visto che all'esterno, a poca distanza, troviamo una pesa.
Un giro per il paese che si rivela per certi versi interessante, ma anche a tratti in stato di abbandono. Visitiamo l’area del Parco delle Crociere e dell’Ex Idroscalo, immediatamente limitrofa a quello che resta delle fortificazioni di Orbetello, zona importante sia dal punto di vista storico che architettonico per le vestigia etrusche celate nel sottosuolo, ma in stato di grave degrado, con edifici pericolanti immersi fra le sterpaglie.

Decidiamo di metterci in marcia verso casa. Passiamo dall'interno, evitando l'Aurelia, attraversiamo questa volta Albinia e qui cominciamo a vedere i segni dell'alluvione che ha colpito la zona
nel novembre dello scorso anno: montagne di fango accatastate per liberare le strade, segni inequivocabili sui muri delle case, campi solo in parte coltivati. Facciamo una sosta per visitare quella parte della necropoli di Vulci che cade nel territorio del comune di Canino, dove si può vedere la splendida Tomba François... o per meglio dire si potrebbe vedere se avessimo prenotato la visita: anche questa zona è stata gravemente colpita dall'alluvione, molte tombe sono ancora piene di fango e i sentieri praticamente scomparsi! Senza prenotazione preventiva il cancello della tomba più importante, formata da dieci camere, un tempo decorata con splendidi affreschi, non si apre.
Ci limitiamo a ficcanasare in quelle tombe minori che sono aperte, a fare un giro nella zona fino al fiume, dove possiamo constatare che l'alluvione è passata qui come una mano gigantesca che ha spazzato tutto quello che ha trovato davanti.
La cosa impressionante è confrontare quello che vediamo, le foto che scattiamo, con le immagini del luogo che troviamo in rete e che risalgono anche a meno di un anno fa. Puoi vedere anche tu il nuovo Ponte Rotto come era e come è: ora è rotto a tutti gli effetti, sbattuto da una parte come il giocattolo vecchio di un bambino capriccioso... 


La natura sta cancellando a poco a poco le tracce dello sconvolgimento che la forza della natura stessa ha provocato: il corso del fiume Fiora riprende il suo bacino naturale, la vegetazione primaverile inizia a ricoprire il fango, i fiori spuntano fra i macigni trasportati dalle acque. Tra breve questo splendido luogo riprenderà il suo aspetto consueto.
Noi contribuiamo, nel nostro piccolo, "potando" un po' le erbe campestri: raccogliamo della borragine, le cime del finocchio selvatico, dell'erba cipollina. Una volta a casa prepariamo questi "spaghettini alle erbe di Vulci" che purtroppo puoi solo vedere in foto: ottimi!

giovedì 25 aprile 2013

Soriano nel Cimino... in treno


 Perché spostarsi sempre in auto per le nostre gite? E' da più di un anno che ne parliamo con gli amici: sarebbe interessante una gita in treno. Ma per un motivo o per un altro fino ad ora non siamo riusciti a realizzare questo proposito. Finalmente oggi si parte! Alle 10.30 prendiamo il treno da Rignano nell'insolita direzione Viterbo.

 Chi guarda il panorama, chi gioca a carte, chi chiacchiera: una vera gita di gruppo, come quelle che si facevano ai tempi della scuola! Un gruppo ben nutrito: siamo in 27, per non parlar del cane, e non siamo costretti a viaggiare separati in tante auto, ma stiamo tutti insieme in un unico e comodo vagone!
 A Soriano si scende. La stazione non è vicinissima al paese, ma la passeggiata ci consente di vedere e scoprire. Certo il Palazzo Chigi-Albani e l'adiacente Fonte Papacqua costituiscono un complesso architettonico rinascimentale di grande interesse che non ha bisogno di essere scoperto: andrebbe invece salvaguardato e valorizzato, ma come spesso accade dalle nostre parti non è così.
 Raggiungiamo il centro storico medioevale dopo una bella salita. Per alcuni la passeggiata si ferma qui: passato l'arco che dà accesso al Rione Rocca si ricomincia con una salita ancora più ripida...
...verso il castello Orsini, una tra le fortezze più suggestive dell’intera Tuscia. Fu papa Nicolo III Orsini nel XIII secolo a volerne la costruzione sulla parte più alta del paese, sopra i resti di un antico convento: da lì la vista sarà di certo magnifica, peccato!
Meglio uno sguardo all'indietro...

...anche perché il ristorante Ai tre scalini è proprio lì, girato l'angolo.
Non è impossibile che la nostra visita sarà ricordata per un po' dai gestori del locale: siamo tanti e portiamo un certo scompiglio. Riusciamo non senza qualche difficoltà ad ordinare pietanze il più possibile diverse: lo scambio di forchettate ed assaggini sarà cruento!

Tutto buono, buonissimo! Delizioso questo baccalà con julienne di patate al forno. Non c'è piatto che delude: i raviolacci con le castagne si contendono il primato alle frittelle di alici e borragine.
 Sazi e soddisfatti ritorniamo molto lentamente verso il treno.
C'è tempo per una sosta al bar del Parco delle paperelle (sic!), per un secondo caffè: siamo tutti abbastanza allegri e facciamo del nostro meglio per movimentare questo posto che sembra essere di solito molto tranquillo...
A coppie, a gruppi, a gruppetti, raggiungiamo poi la stazione con largo anticipo: non possiamo perdere l'ultimo treno, altrimenti ci tocca restare qui anche per la notte!

Abbiamo tempo per curiosare un po': da una finestra scorgiamo le moderne attrezzature che garantiscono un viaggio sicuro...
 Alle 18 si riparte verso casa. Una bellissima giornata, un'esperienza positiva: dobbiamo assolutamente programmare un'altra gita in treno, anche per allargare il gruppo e unirci a chi oggi non ha potuto partecipare.

domenica 14 aprile 2013

Viterbo, quartiere San Pellegrino


via San Pellegrino
Pomeriggio a Viterbo, in visita al figliolo colà residente: una città articolata e stratificata, che presenta aspetti architettonici molto interessanti, soprattutto nella porzione del quartiere medioevale di San Pellegrino.
Qui quasi tutto è rimasto intatto da secoli: palazzi nobiliari, semplici case, torri, cortili, cavalcavia, loggiati, balconi e profferli, le scale esterne così caratteristiche dell’architettura domestica di Viterbo
.


vista dalla finestra di casa






E' qui che incontriamo il "ragazzo", alloggiato in una deliziosa mansarda, spaziosa e gradevole, disordinata quel tanto che non guasta, con una bella vista su via San Pellegrino, i suoi archi, i suoi tetti di coppi.

particolare di Palazzo Farnese






Una lunga passeggiata ci porta in giro per vicoli a volte scuri, a volte che si aprono su sontuosi scorci, spesso ricchi di botteghe artigiane, ristoranti e pub: una zona sicuramente turistica e a ben ragione.



campanile della Cattedrale al tramonto




Queste mura hanno visto una ricca storia iniziata ancor prima degli Etruschi, hanno visto Romani e Longobardi, hanno resistito all'assedio di Federico II, hanno ospitato le corti papali. Dai viterbesi fu "inventato" nel 1271 il Conclave: i cardinali che dovevano eleggere il successore di Clemente IV si riunivano inutilmente da quasi 20 mesi, quando il popolo viterbese decise di chiuderli a chiave nella sala dell'elezione (clausi cum clave), finché non avessero eletto il nuovo Papa.

particolare della Loggia del Palazzo dei Papi



Ispirati da tanta storia e tanta ricchezza, inventiamo su due piedi una ricetta: pasta al forno viterbese! Non resta che dirigersi rapidamente verso casa per sperimentarne la bontà.

San Martino al Cimino


 In visita ai luoghi di residenza e studio del figlio maggiore, ci fermiamo a S.Martino al Cimino, frazione di Viterbo. In realtà il luogo si presenta come un centro del tutto autonomo dalla vicina città, così come era stato voluto dalla Principessa Olimpia Pamphili e concepito dall'architetto Borromini, che qui realizzò un interessante esperimento urbanistico, progettando non il solo Palazzo ma tutto il borgo, compresa la corte di case a schiera che circondano il palazzo, chiuse a loro volta da mura perimetrali nelle quali sono aperte due porte di accesso.
La vista da qui è notevole e lo sguardo giunge fino al mare. Troviamo il luogo tranquillo e gradevole, tanto da convincerci a una non prevista sosta presso un locale grazioso e disponibile a servirci malgrado l'ora tarda: ci accomodiamo sotto la pergola de La Pergoletta per gustare degli ottimi ed originali antipasti misti ed un buon dolce fatto in casa.
Proseguiamo poi per Viterbo.


sabato 13 aprile 2013

La Borricella ad Anguillara


 Lo sappiamo che ti sarai annoiato delle nostre passeggiate a Trevignano, ma stavolta siamo qui con due amici. Il luogo è sempre affascinante e si incontra gente simpatica: stasera due trevignanesi doc ci mettono a parte di aneddoti che riguardano il parroco novantenne del paese...
Un giro sul lungolago dona quella giusta dose di appetito che ci consentirà di apprezzare la seconda parte della serata...


 ...che ci obbliga a spostarci ad Anguillara, presso la pizzeria Borricella: un pezzo di Napoli in riva al lago! E' la prima volta che veniamo qui, anche se il locale ci era stato segnalato da tempo, e lo troviamo pieno come un uovo! Va bene che è sabato sera, ma se non avessimo prenotato... avremmo perso quest' ottima margherita.  

 La pizza è ottima e ottime le fritture: da segnalare quella di calamari. Beviamo un buona birra rossa.
Il locale è discreto, con le nostre amate tovaglie a quadretti. Ma l'esterno è veramente notevole: bisognerà venire qui d'estate, a mangiare la sera sulla terrazza affacciata sul lago. Ma di certo non saremo in pochi.

domenica 7 aprile 2013

Sevilla, España - cuarto día

 Il quarto giorno è breve, dobbiamo ripartire.
Ce ne andiamo in giro da soli ad esplorare in maniera più approfondita la zona intorno l'albergo: dobbiamo essere sicuri di non aver tralasciato nulla. Ad esempio, questo cortile interno ad un palazzo non lo avevamo visto...

 La domenica mattina i turisti non hanno ancora assediato la zona e si può passeggiare in quasi completa solitudine, ascoltando i passi risuonare nei vicoli.
 Bisogna dire che ad essere un po' curiosi si fanno delle belle scoperte...
 ...anche se è fin troppo facile, intrufolandosi nei portoni accostati, trovare viste del genere!
 Ci si incontra con gli altri dalle parti della statua di Cervantes: qualche foto da pubblicare sul sito degli Amici della Biblioteca...
 ...e poi cerveza e montaditos a volontà! Il locale che gentilmente ce ne mette a disposizione ben 100 ad 1 Euro l'uno, appartiene alla catena 100 Montaditos, presente in molte città spagnole: ottimi panini mignon (da tre morsi, per intenderci) e jarra de cerveza, sempre ad 1 Euro! Imbattibile! Ci vorrebbe anche in Italia.
 Un ultimo sguardo alla Catedral che, nonostante la sua imponente onnipresenza, abbiamo visitato molto poco. Il suo campanile, la Giralda, è praticamente visibile da tutta Siviglia, tanto che in questi giorni ci è servito per ritrovare la strada e tornare  in albergo.
 Non resta che chiudere la porta su Siviglia, augurandoci di poter tornare quanto prima. 

sabato 6 aprile 2013

Sevilla, España - tercero día

 Il terzo giorno a Siviglia comincia insolitamente presto: non sono le 10 e già siamo in giro! Una colazione al forno San Buenaventura, dove oramai ci riconoscono, e poi ci avviamo per una nuova gita in pullman. Lungo la strada ci fermiamo ad osservare questo porticato, all'interno di un edificio privato: una ristrutturazione rispettosa e coerente  con l'architettura della città.
 Ma parlando di nuovi edifici, non si può tacere della Torre Pelli, il contestatissimo grattacielo di 178 metri (quasi il doppio della  Giralda) che ha fatto storcere il naso ai tradizionalisti: una vera mostruosità! Per colpa di questo ingombrante edificio Siviglia rischia di perdere il titolo di città patrimonio dell'Umanità.
 Tutt'altro discorso per il ponte Alamillo progettato da Santiago Calatrava in occasione dell'Expo 92, per permettere di raggiungere l'isola de La Cartuja, dove aveva luogo l'esposizione. È un ponte ad un unico pilone, che fa da contrappeso ai 200 metri della campata, sospesa per mezzo di tredici coppie di grossi tiranti. L'idea originale era costruire due ponti simmetrici su entrambi i lati dell'isola, ma ciò non fu possibile.
Ancora uno spuntino e torniamo a passeggio per le vie del centro, questa volta nella parte più commerciale: vaghiamo per negozi NON da turisti e troviamo diversi oggetti interessanti. Anche i prezzi lo sono e anche una pubblicità d'epoca, sopravvissuta al veicolo che pubblicizza...
Nel pomeriggio, la splendida Plaza de España! Edificata per l'Esposizione Iberoamericana del 1929, la piazza si sviluppa in un semicerchio di circa 200 metri di diametro e si protende verso il fiume. Il canale, percorso temerariamente da barchette a remi, è attraversato da quattro ponti, simbolo degli antichi quattro regni spagnoli.
Non resistiamo alla tentazione di dare qualche colpo di remo: il risultato non è dei migliori: si sfiora a tratti l'incidente diplomatico... Peccato perché, impegnati nell'agone, non godiamo appieno dello scenario.
Ritorno a piedi (in effetti eravamo molto vicini all'albergo, ma non ce ne rendevamo conto appieno), che ci consente sguardi più attenti: ecco il Casinò, edificio molto apprezzabile.
Alle otto della sera di un sabato pomeriggio d'Aprile, il centro si mostra così...
Girovaghiamo fino a tarda sera, non dimenticando di fermarci in DUE diversi locali per DUE diversi spuntini consecutivi: è l'ultima sera qui, non dobbiamo perderci nulla!

venerdì 5 aprile 2013

Sevilla, España - segundo día


la torre de oro
Giornata impegnativa, da turisti veri! Non ci facciamo sfuggire nulla: da la colazione presso l'Horno San Buenaventura, alla gita in autobus scoperto, dalla visita all'Alcázar alla Sivilla by night.
Cominciamo di buon mattino (sono le 11, quasi l'alba per gli standard locali) partendo da la Torre de Oro, sulla riva del Guadalquivir.






 

il quartiere dell'Expo





Un lungo giro ci porta ad attraversare parte della città: la Triana, la Macarena, il quartiere dell'Esposizione Universale.
il Guadalquivir





Passare il fiume ci permette di apprezzarne i 200 metri che separano le sponde: siamo abituati a corsi d'acqua molto meno importanti. La fortuna di Siviglia nasce proprio dal Guadalquivir che consentì alla città, distante molti chilometri dal mare, di divenire un porto importante e sicuro.

Nel pomeriggio, dopo un appetitoso spuntino varchiamo finalmente la porta dell'Alc
ázar. Meraviglia!
Qui diventa imbarazzante anche semplicemente la scelta delle inquadrature: dove ci giriamo fontane gorgoglianti, marmi traforati, preziose decorazioni maiolicate e giardini ombrosi, freschi cortili, scale nascoste, grandi saloni dove il sole sembra tenuto fuori eppure inonda i ricchi pavimenti.
I numerosi visitatori quasi svaniscono negli spazi che si aprono uno dopo l'altro, scompaiono controluce, si dissolvono nel fresco dei corridoi, come trasportati dall'aria che spira nei passaggi, sotto i colonnati.
Inutile parlare: ti lascio guardare...
...anche se scegliere cosa mostrarti è molto difficile.
Ma questo limite tutto sommato per te è un vantaggio: noi siamo schiacciati da tenta bellezza!
A tratti sono le pareti che sembrano stringersi verso l'alto, a volte il soffitto, come questo a lato, sembra pesarti sulla testa con tutti i suoi sontuosi decori...
...diventa necessario prendere una boccata d'aria ogni tanto...

...o forse è meglio uscire da qui: al cospetto di così tante opere di così straordinaria bellezza, si prova quasi malessere.
 Una Siviglia notturna ci attende dopo cena, altrettanto bella e mai completamente deserta...
C'è gente per strada a qualsiasi ora e - molto spesso - questa gente sta mangiando! I locali sono aperti fino a tardissima ora, complice un clima che nella stagione calda deve permettere solo di notte una relativa frescura. Ma in questi giorni ancora temperati possiamo tornarcene in albergo senza rimpiangere la temperatura esterna.